Oltre il bucailleismo: scienza, scritture e fede

Questo saggio analizza i vari modi in cui i credenti delle Scritture hanno inteso il rapporto tra la scienza e la Scrittura.

Punti principali:

Parte I: Capire il “bucailleismo
Problemi del bucailleismo
Storia del bucailleismo
I “Miracoli scientifici” nei Veda e in altra letteratura
Esaminiamo alcuni presunti miracoli
-Profezia n. 1: la luce della luna è luce riflessa
-Profezia n. 2: gli stadi embrionali
-Profezia n. 3: la comunicazione delle formiche

Parte II: La scienza e le Scritture combaciano?
Creazione e scienza
Il susseguirsi dei giorni della Genesi
La vegetazione prima del Sole?
Cosmologia: Terra piatta o Terra rotonda?
– La Terra è piatta o rotonda?
– I pilastri che sostengono il Paradiso
– Sole, Luna, stelle, comete e cieli

Parte III: La storia della scienza
Chi ha inventato la scienza?
Perché l’Età dell’oro è finita?


 

PARTE I

CAPIRE IL “BUCAILLEISMO”

Il “bucailleismo” è la ricerca fondamentalista di miracoli scientifici del Qur’ān e le scoperte scientifiche che sono state enigmaticamente lì predette. Eccone un comune esempio citato da Zakir Naik:

LA LUCE DELLA LUNA È LUCE RIFLESSA. Che la luna emanesse la sua propria luce era creduto dalle prime civilizzazioni. Oggi la scienza ci dice che la luce della luna è luce riflessa. Nondimeno questo fatto era menzionato nel Qur’ān 1400 anni prima nei seguenti versi:

«Benedetto Colui che ha posto in cielo le costellazioni, un luminare e una luna che rischiara.» (Al-Qur’ān 25:61)

La parola araba per sole nel Qur’ān è shams. Rinvia anche a sirāj (luminare) … La parola araba per luna è qamar ed è descritta nel Qur’ānc come munīr che è un corpo che dà nūr (luce), cioè luce riflessa. … Questo implica che il Qur’ān riconosce la differenza tra la natura della luce solare e quella della luce lunare. (1)

Allo stesso modo, sostiene che il  Qur’ān abbia avuto delle predizioni circa i buchi neri, l’embriologia, la geologia e l’astronomia.

 

L’opposizione musulmana al bucailleismo

Questa ricerca dei celati “miracoli della scienza” all’interno del Corano è una moda relativamente recente nella storia islamica. È diventata popolare con i faondamentalisti, ma non ha incontrato l’approvazione tra gli intellettuali musulmani. Il rinomato teologo islamico indiano Maulana Ashraf ‘Ali Thanvi (autore di Behest Jewar ) si ponne a questa metodologia su quattro livelli.(2) Similmente, molti eminenti scienziati cristiani d’Occidente e università arabe stanno abbracciando il Bucalleismo. Ziauddin Sharkar, nel suo libro Explorations in Islamic Science chiama polemicamente i miracoli scientifici “l’apologia del peggior tipo”. Lo storico musulmano Nomanul Haq della State University di Penn è un eminente critico del Bucalleismo che ne attribuisce l’ascesa a un “profondo, profondo complesso di inferiorità” tra i musulmani umiliati dal colonialismo che tentanto di riconquistare le sfiorite glorie della scienza islamica (3) Un altro critico è Muzaffar Iqbal, presidente del Center for Islam and Science di Alberta, Canada.

Lo studioso musulmano egiziano il Dr. Khaled Montaser ha scritto un libro intitolatoوهم الإعجاز العلمى “L’illusione dei miracoli scientifici”contro il Bucalleismo. Anche l’ex Grande Imam dell’Università Al-Azhar Sheikh Mahmud Shaltut si è opposto a questa idea dei miracoli scientifici nel Qur’an.
Il reputato fisico teortetico musulmano pakistano Parvez Hoodbhoy scrive:

Il problema con questo tipo di affermazioni sulla proprietà [che ha il Corano sul tema scentifico] è che mancano di una spiegazione per cui la meccanica quantistica, la genetica molecolare, etc, abbiano aspettato di fare le proprie scoperte altrove. Neppure una verificabile predizione è mai stata fatta. Nessuna ragione ci viene offerta per cui gli antibiotici, l’aspirina, i motori a vapore, l’elettricità, l’aeroplano o i computer non siano stati prima inventati dai musulmani. Ma anche porre questo tipo di domande è considerato offensivo. (4)

Il fisico e filosofo turco musulmano Taner Edis scrive:

La scienza coranica [Bucailleismo] è patetica, ma è anche creduta da tanti musulmani. Non rappresenta l’Islam più di quanto l’Institute for Creation non lo faccia per il Cristianesimo. Eppure, anche con questo importante titolo, il ridicolo estremo che ho descritto sopra può illustrare la relazione ambigua tra la scienza moderna e l’Islam ortodosso. Mentre tanti credenti sono disposti ad ignorare il problema e dichiarano la piena conciliabilità scientifica per il Corano, alcuni intellettuali prendono una strada cognitivo-relativista, o sostengono che la scienza possa essere strutturata dall’Islam così da conformarsi ad una visione islamica della nautra. (5)

Abu Ammar Yasir Qadhi, un famoso oratore laureato a Yale, ha scritto Una introduzione alla scienza del Corano:

“In altre parole, non vi sono allusioni scientifiche seppellite sotto ogni tre versi del Qur’aan che aspettano di essere disseppellite da alcuni iper-zelanti e super-fantasiosi musulmani!” (6)

In merito al più ampio concetto di “scienza islamica”, il Dr. Abdus Salam, pakistano e premio Nobel per la fisica scrive:

“Esiste solo una scienza universale; i suoi problemi e modalità sono internazionali e non c’è niente del genere scienza islamica, così come non c’è una scienza hindu o scienza ebraica o scienza confuciana e neppure scienza cristiana.”

 

Problemi con il Bucalleismo

Il problema con il Bucalleismo è che dipinge Dio come debole e incapace di essere indiscutibilmente chiaro. Per esempio, se Dio avesse voluto comunicare la forma della terra, perché non ha messi semplicemente un verso in cui dice: “Non avete riflettuto sul fatto che la terra non è piatta, ma rotonda e che gira intorno al Sole?” O, se Dio avesse voluto predire la televisione, avrebbe potuto chiaramente dire: “La gente un giorno guarderà delle immagini in una scatola nei luoghi in cui abitdano.” Altrove, Dio parla molto chiaramente! Coniderate Al-Imran verso 2: “Allah, non c’è dio all’infuori di Lui, il Vivente, l’Assoluto.” È cristallino, non c’è spazio per le discussioni. Se Dio avesse voluto che ci fosse la scienza moderna nel  Qur’ān, l’avrebbe presentata in un modo che non avrebbe lasciato spazio a discussioni. I versi dei quali i bucalleisti fanno cattivo uso sono richiami per l’uomo al fine di considerare quello che è manifesto in natura, che tutto questo ha avuto in Creatore che è amorevole.

Secondariamente, Maulana Thanvi ci avverte che possiamo mettere a repentaglio la verità delle scritture se gli attribuiamo teoria scientifiche di oggigiorno che potrebbero essere sfatate tra dieci anni Per esempio, Zakir Naik dice con arroganza che il  Qur’ān descrive chiaramente il Big Banh (sebbene la cosa ironica è che il Big Bang è stato per la prima volta proposto da un dedito prete cattolico). Dal momento che nella comunità scientifica la teoria del Bing Bang non è supportata all’unanimità, cosa accadrebbe se fosse discreditata tra dieci anni? Quindi, i bucalleisti contraddirebbero le loro precedenti “scoperte” e troverebbero un nuovo verso che supporta la teoria più recente.

 

La storia del Bucalleismo

Ironia della sorte, è stato un dottore francese non musulmano ilprimo ad avere ispirato questa nuova tendenza. Maurice Bucaille, dopo essere sttao assunto come fisico della famiglia del re Faisal dell’Arabia Saudita, ha pubblicato un libro intitolato La Bible, Le Coran et la science nel quale sostiene che il  Qur’ān è incredibilmente scientifico a differenza della Bibbia. Dopo Bucaille, un carismatico politico yemenita di nome Sheikh Abdul Majeed Zindani ha dato avvio alla adeguatamente finanziata «Commissione sui segni scientifici nel Corano e nella Sunna» basata in Arabia Saudita ed è diventato il fautore mondiale per eccellenza del Bucalleismo. Più di recente, Zakir Naik in India e Zagloul El-Naggar in Egitto hanno diffuso molto materiale di Zindani attraverso le stazioni televisive religiose. La commissione di Zindani ha fatto accorrere scienziati occidentali alla sua conferenza con biglietti aerei di prima classe per loro e per le loro mogli, camere nei migliori hotel, 1000$ di compenso e banchetti con i leader musulmani (qualcosa come una cena a palazzo ad Islamabad con il presidente pakistano Mohammed Zia ul-Haq poco prima della sua morte nell’incidente aereo. (7) Zindani ha chiesto “completa neutralità” agli scienziati mentre li convinceva con moine a proclamare la divina ispirazione di vari versi. Zindani ha usato spezzoni degli spezzoni delle riprese per produrre un video in cui si gloriava il fatto che gli scienziati occidentali avevano confermato i “miracoli scientifici” contenuti nel Qur’ān. Molti partecipanti si sono sentiti irritati e frustrati per il fatto di essere stati ingannati Lo scienziato marino William Hay racconta: “Ero caduto in una trappola, ma ho avvertito gli altri di stare attenti.” (8) Un articolo del «Wall Street Journal» descrive la reazione di uno dei partecipanti:

Gerald Goeringer, un embriologo in pensione dell’Università di Georgetown, dice di avere esortato la commissione ad appurare i fatti assumendo uno studioso indipendente per vedere se ciò che asserisce il Corano potrebbe essere stato preso da Aristotele, il filosofo e scienziato greco che ha anticipato questo libro di circa 1000 anni. Dopo la sua richiesta, Goeringer dice di aver smesso di andare alla conferenza per timore di essere associato ad un fanatico.

“Si trattava di una manipolazione reciproca”, dice. “Dobbiamo andare in posti in cui diversamente non saremmo andati. Volevano aggiungere una qualche rispettabilità a quello che stavano pubblicando.”

Zindani era amico e mentore di Sheikh Osama bin Laden, uno dei primi ammiratori del bucalleismo e uno dei primi a finanziare la sua “ricerca”. Il coautore del manuale di embriologia di Zindani include ha Sheikh Osama bin Laden in cima alla lista dei patrocinatori. L’uomo più ricercato al mondo  cercava con regolarità la guida di Zindani sul fatto se le azioni terroristiche programmate fossero in accordo con l’Islam, scrive Yossef Bidansky, biogrado di Bin Laden. Hassan A.A. Bahafzallah afferma dell’associazione di Zindani con bin Laden: “Tutto quello che so è che durante la jihad in Afghanistan, Zindani soleva andare a fargli visita.” Nel 1995 Zindani si è dimesso dalla Commissione e al momento sta sostenendo uno stato islmamico in Yemen.

 

“Miracoli scientifici” nei Veda e in altra letteratura

Questa ricerca di profezie celate sulla scienza moderna nelle scritture non è limitata all’Islam; troviamoo la stessa cosa nell’Induismo. Secondo alcuni fondamentalisti indu, i Veda hanno predetto i quark, la fisica delle particelle e la meccanica quantistica. The Wisdom of the Veda di J.C. Chatterji riporta alcune di queste presunte predizioni. La metodologia è la stessa di quella del Bucalleismo e sebbene la religione e il libro sacro sia diverso, i risultati sono identici.

Al di fuori dei circoli religiosi, il Bucalleismo è stato guardato con disprezzo. Un critico ha compilato una parodia umoristica “scoprendo” simili miriacoli scientificii celati nel poema Georgica di Virgilio. Usando l’identico ragionamento di quello del Bucalleismo e di Naik, identifica una scoperta scientifica dopo l’altra già nelle prime righe iniziali del poema virigiliano.

 

Esaminiamo alcuni presunti miracoli

Se guardiamo a tutti i casi di presunti miracoli coranici, questi danno prova di essere incosistenti. NON è attaccare il Qur’ān, ma sfatare semplicemente un cattivo uso odierno del Qur’ān. Il pericolo nello sfatare o confutare queste miracoli coranici è che molti musulmani lo interpretano erroneamente come un attacco al Qur’ān, del quale non si tratta. Questo è il motivo per cui Maulana Thanvi ha messo in guardia contro i miracoli del Qur’ān, perché se sono dimostrati errati, la gente potrebbe rigettare il Qur’ān.

 

Profezia #1: La luce lunare è luce riflessa

Cominciamo, quindi, con la profezia sulla luna mostrata sopra da Zakir Naik:

LA LUCE DELLA LUNA È LUCE RIFLESSA. Che la luna emanesse la sua propria luce era creduto dalle prime civilizzazioni. Oggi la scienza ci dice che la luce della luna è luce riflessa. Nondimeno questo fatto era menzionato nel Qur’ān 1400 anni prima nei seguenti versi:

«Benedetto Colui che ha posto in cielo le costellazioni, un luminare e una luna che rischiara.» (Al-Qur’ān 25:61)

La parola araba per sole nel Qur’ān è shams. Si fa anche riferimento a siraaj che significa “torcia” o a wahhaaj, cioè un “lume brillante”, o a diya che significa “gloria splendente”. Tutte e tre le descrizioni sono appropriate per il sole dal momento che genera intenso calore e luce dalla sua combustione interna. La parola araba per luna è qamar ed è descritta nel Qur’ān come munīr, che è un corpo che dà nūr (luce), per esempio luce riflessa. Ancora la descrizione del Qur’ān combacia alla perfezione con la natura della luna che non emette lucedà sé stessa ma che è un corpo inattivo che riflette la luce del sole. Nemmeno una volta nel Qur’ānla si fa riferimento alla luna come siraaj, wahhaaj o diya e nemmeno al sole come munīr. Questo significa che il Qur’ān riconosce la differenza tra la natura della luce solare e della luce lunare. (9)

Il problema centrale con la tesi di Naik è che nūr (نُور) significa semplicemente “luce”; non si trova nessuna accezione a “riflesso” nel significato della parola in nessun dizionario arabo o lessico. Se, come pura ipotesi, adottassimo la ridefinizione di Naik, allora Allah, che porta il titolo di an-Nūr, deve essere una mera “luce riflessa”, allorché Maometto l’ha chiamato “lampada che illumina” nella Sura 33:46, cioè la fonte oroginaria di luce. Tutto comincia a suonare piuttosto blasfemo.

Inoltre, si sapeva da già mille anni prima di Maometto che la luce della luna era luce riflessa. Quando Aristotele (384-322 a.C.) ha trattato la forma della terra, ne ha provato la sfericità sostenendo che durante l’eclissi lunare l’ombra della terra è visibile sulla luna. Secoli prima di Maometto (psdl), gli ebrei sapevano che la luna “prendeva in prestito la sua luce” dal sole (Philo, Primo secolo) e che “la luce della luna deve essere essere ricavata dalla luce del sole” (Misdrash Hagadol, metà del Primo secolo).

Naik ha provato ad evadere questa conclusione dividendo Dio in due parti: 1) una luce “siraaj” e 2) una nicchia “riflettente” che riflette “la parte numero 1 di Allah” e produce nūr (nauzubillah!). Ha messo su una stramba idea su una reinterpretazione del verso della lampada (Sura 24:35). La sua interpretazione contraddice completamente l’interpretazione dei sahaba (bn ‘Abbas, Ibn Mas’ud, Ubayy bin Ka’b, etc) che hanno tutti interpretato correttamente la nicchia e il cristalli come il cuore del credente in cui arde la luce della fede. Nessuno dei sahaba ha mai avuto l’ardire di dividere Allah in due parti separate, una parte di Allah come un lucigonolo ardente e l’altra parte come nicchia riflettente. Il tafsir di Zakir Naik è errato e la sua idea è blasfema.

 

Profezia #2: Le fasi embrionali

Il Dr. Maurice Bucaille e il Dr Keith L. Moore hanno popolarizzato l’idea che il Qur’ān ha miracolosamente predetto la nostra moderna conoscenza sul fatto che l’embrione si sviluppa in fasi:

In verità creammo l’uomo dalla quintessenza [di argilla]. Poi ne facemmo una goccia di sperma [posta] in un sicuro ricettacolo, poi di questa goccia facemmo un grumo di sangue rappreso [embrione] e da questo grumo creammo una massa e la rivestimmo di ossa e poi ricoprimmo queste ossa di carne. E quindi ne facemmo un’altra creatura. Sia benedetto Allah, il Migliore dei creatori! (Sura Mu’minun 23:12-14)

Quindi, troviamo le cinque seguenti fasi delineate nel Qur’ān:

  1. Nutfa (نُطْفَه) – sperma
  2. ‘alaqa (عَلَق) – grumo
  3. Mudagha (مُضْغَه) – massa di carne, bozzolo
  4. ażama (عَظَمَ) – Rivestire le oassa con muscoli

Si presume che siccome queste fasi sono state scoperte soltanto il secolo scorso, il Qur’ān contiene un’inspiegabile predizione scientifica. Tuttavia, visto che “massa di sangue” non riesce a descrivere nessuna fase embrionale, Bucaille ha reinventato la parola ‘alaqa (عَلَقة) che significa “ciò che si attacca”.

Sorgono diverse problematiche con questa ipotesi:

1. La storia ci indica che questi tre fasi non erano sconosciute ai tempi di Maometto, ma che si trattava in realtà di una nozione abbastanza comune. Gli scritti greci di Ippocrate, Aristotele e Galeno presentano tutti le stessi fasi di sviluppo: sperma, sangue rappreso, carne, ossa ed in seguito la carne che ricopre le ossa. La scienza greca era ben conosciuta in Arabia e il compagno di Maometto (psdl), Harith ben Kalada, aveva studiato medicina a Gondeshapur ed era pertanto profondamente impregnato dall’insegnamento medico di Aristotele, Ippocrate e Galeno.

2. In secondo luogo, la parola ‘alaqa (عَلَقة) semplicemente non significa  “aderenza” (come invece traduce il Corano italiano), infatti nessuna traduzione storica lo dimostra, ma significa “grumo” (coagulo), che corrisponde con le fasi riportate dagli antichi greci ma non con la realtà scientifica.

3. La moderna embriologia dice che la massa muscolare (quinta fase) appare prima che le ossa siano calcificate (quarta fase). Le ossa non sono “ricoperte di carne”, ma piuttosto  emergono e si solidificano all’interno della massa muscolare già esistente.

4. Un hadith di Sahih Muslmim e di Sahih Bukhari estendono le fasi coraniche dello sviluppo embrionale, dicendo che i primi tre stadi durano tutti quaranta giorni (10). Anche il Dr Bucaille è stato costretto ad ammettere: “Questa descrizione dello sviluppo dell’embrione non si trova in accordo con i dati moderni.” (11)

5. Zakir Naik cita l’ostetrico occidentale il Dr Joe Leigh Simpson che supporta questo “miracolo”. Il Dr Simpson ha più avanti definito questi commenti fuori contesto “ridicoli e imbarazzanti” (12).

 

Profezia #3: La comunicazione delle formiche

Il Dr Zakir Naik scorge un miracolo della conoscenza scientifica nel seguente passaggio:

“Furono riunite per Salomone le sue schiere di dèmoni, di uomini e di uccelli e furono allineate in ranghi distinti. Quando giunsero alla valle delle formiche, una formica disse: “O formiche, rientrate nelle vostre dimore, che non vi schiaccino inavvertitamente Salomone e le sue truppe”. [Al-Qur’ān 27:17-18]

(Zakir Naik:) In passato alcuni si sarebbero probabilmente presi gioco del Qur’ān, prendendolo come un libro di fiabe in cui le formiche parlano tra di loro e si comunicano messaggi sofisticati. Di recente, tuttavia, le ricerche hanno messo in luce diversi fatti sulla vita delle formiche, che prima non erano conosciuti dall’uomo. (13)

Vedere che le formiche comunicano è chiamato senso comune, qualcosa di cui si renderebbe conto qualunque bambino di dieci anni.

Naik non cita il contesto più ampio di questo passaggio in cui Salomone discute anche di questioni politiche e metafisiche con un’upupa e un ifrit (un jinn, cioè un demone). Dio potrà certamente dare agli uccelli e alle formiche la capacità di parlare di regni lontani l’uno dall’altro per mezzo di un miracolo, ma è ridicolo chiamarlo “scientifico”.

Tra l’altro l’antico racconto biblico su Salomone non lo ritrae che parla con le formiche, con le upupe e con gli ifrit, ma piuttosto lo ritrae mentre studia queste cose:

“Parlò degli alberi, dal cedro del Libano all’issopo che spunta dalla muraglia; parlò pure degli animali, degli uccelli, dei rettili, dei pesci. Da tutti i popoli veniva gente per udire la saggezza di Salomone, da parte di tutti i re della terra che avevano sentito parlare della sua saggezza.” – 1 Re 4:33-34


 

PARTE II

LA SCIENZA E LE SCRITTURE COINCIDONO?

Ad alcuni musulmani e cristiani piace discutere su quale scrittura si adatta meglio alla scienza moderna. Sappiamo che il Dio che ha creato le leggi naturali e l’ordine è lo stesso Dio che la rivelato la scrittura, quindi le dure dovrebbero essere in accordo. Eppure, sia la Bibbia che il Qur’ān contengono certi passaggi che possono sembrare contraddittori. Ironia vuole che i passaggi più problematici dal punto di vista scientifico si trovano sia nella Bibbia che nel Qur’ān:

Evidenti miracoli nella Bibbia e nel Qur’ān:

– Noè ha vissuto 950 anni

– Gesù è nato da una vergine

– Gesù è risorto dai morti

– Gesù ha guarito il cieco

Jinn, demoni e angeli. Tutte le scritture presumono l’esistenza di essere spirituali che occasionalmente prendono forma materiale e appaiono agli umani.

La vita dopo la morte. L’idea che un essere umano putrefatto e decomposto possa riformarsi in un essere spirituale risorto sembra impossibile alla scienza, eppure crediamo che il Creatore ha questo potere.

I credenti sinceri non negano con con aria soddisfatta queste difficoltà ma cercano invece delle spiegazioni e ci riflettono con umiltà. Se siamo onesti dobbiamo ammettere la complessità di queste questioni. Come vedremo, ci sono prove evidenti che la Bibbia si trovi in accordo con la scienza se interpretata correttamente.

 

Creazione e scienza

I critici come Zakir Naik hanno sostenuto che la Bibbia insegna una letterale creazione in 24 ore mentre il Qur’ān insegna una metaforica creazione in sei ere. Questo è chiaramente falso.

Ci sono due scuole di pensiero che conciliano la descrizione di Genesi con una vecchia terra. Nessuno dei due sta provando a “reinterpretare” la Genesi per farla coincidere con la scienza moderna, poiché entrambe hanno dei commentatori che hanno predatato la scoperta scientifica moderna di una vecchia terra.

Una prima visione di Genesi: l’interpretazione giorno-era

La parola ebraica usata per “giorno” in Genesi 1 è yôm(in ebraicoיום), la stessa parola usata dal Qur’ān per i sei “giorni” ( يَوْم yaum ) della Creazione. In entrambe le lingue questo yôm può anche voler dire variamente: un periodo di 24 ore o epoche, età indefinite. (14) Inoltre, leggiamo nella Bibbia che “un giorno per il Signore sono come mille anni e mille anni come un giorno” (Injīl, 2 Pietro 3:8 e Zabur 90:415). Per di più, la parola ebraica usata in Genesi per “giorno” (בקר) e “sera” (ערב) possono anche semplicemente significare rispettivamente “inizio di yôm” e “fine di yôm” (16), allo stesso modo in cui ci riferiamo a “gli albori della storia” o “il viale del tramonto” della vita di qualcuno. È chiaro che l’autore non intende riferirsi a un’alba e ad un tramonto letterali, ma ha usato questi termini per separare i tre periodi-yôm prima che il sole entrasse in scena. (17)

Probabilmente l’indicazione più chiara della validità di questa interpretazione della creazione “prolungata” è il fatto che la maggioranza dei primi commentatori di Genesi fino al 400 a.C. ha insegnato che i giorni della creazione nella Genesi erano periodi di tempo estesi (qualcosa come un migliaio di anni per yôm) (18). Questo più di mille anni prima della scienza moderna, in un tempo in cui non c’erano ragioni scientifiche per credere a giorni della creazione estesi.
Al contrario, i teologicamente autorevoli sahih (veritieri) Hadith mostrano che Maometto intendeva la creazione secondo il Corano in sei giorni letterali, come giorni della settimana: sabato, domenica, lunedì, etc:

“Abu Huraira ha riportato che il Messaggero di Allah (psdl) ha afferrato le mie mani e ha detto: «Allah l’Eminente e il Glorioso, ha creato l’argilla il sabato; ha creato le montagne la domenica; ha creato gli alberi il lunedì; ha creato le cose che richiedevano fatica il martedì; ha creato la luce il mercoledì; ha fatto gli animali per moltiplicarsi il giovedì; ha creato Adamo (psdl) e dopo il tempo (‘asr) il venerdì, l’ultima creazione nell’ultima ora delle ore di venerdì, cioè tra il pomeriggio e la sera.»(19)

Molti degli antichi commentatori hanno avuto la stessa opinione. Al-Tabari riporta la tradizione di Ibn Abbas:

Gli ebrei sono andati dal Profeta chiedendogli sulla creazione dei cieli e della terra. Ha risposto: «Dio ha creato la terra il sabato e il lunedì. Ha creato le montagne e l’utilità che ne hanno il martedì. Il mercoledì ha creato gli alberi, l’acqua, le città e la terra coltivata e la terra arida. Questi sono quattro [giorni].» Ha continuato [citando il Qur’ān] dicendo: «Non credi davvero in Colui che ha creato la terra in due giorni e ne ha fondati altri? Vorreste attribuirGli consimili? È il Signore dei mondi. Le ha fatte [le montagne] fermamente ancorate su di essa e l’ha benedetta e ha ordinato che in essa contenesse la quantità di cibo che provvede, [tutto] in quattro giorni, in egual misura per coloro che chiedono. Il giovedì ha creato il cielo. Il venerdì ha creato le stelle, il sole, la luna, gli angeli e fino a tre ore sono avanzate.(20)

Siccome i “sahih hadith” sono autorevoli nell’interpretazione del Qur’ān, dobbiamo credere, contrariamente a Zakir Naik, che il Qur’ān insegna la creazione in 24 ore.
Alcuni potrebbero obiettare che siccome la sequenza di sei giorni è come una settimana di lavoro, si deve trattare di periodi di 24 ore. È vero che la settimana della creazione viene paragonata ad una settimana lavorativa (Esodo 20:11). Tuttavia, non è insolito trovare nellla Torah associare in modo sproporzionato due unità. Per esempio, Dio ha fissato quarant’anni di peregrinazione per quaranta giorni di disubbidienza (Numeri 14:34). O in Daniele 9:24-27, 490 giorni rappresentano 490 anni.

Una seconda visione di Genesi:
L’interpretazione del contesto letterale

Molti rispettati studiosi interpretano la descrizione di Genesi come un poema visivo che non deve essere interpretato con rigido letteralismo e nemmeno cronologicamente, poiché si tratta chiaramente di una struttura poetica con in primo luogo una descrizione teologica:

Giorni di formazione Giorni di riempimento
Giorno 1: “luce” (v. 3) Giorno 4: “luminari” (v. 14)
Giorno 2: “atomosfera e oceani” (v. 7) Giorno 5: “uccelli e creature marine” (v. 21)
Giorno 3a: “terra asciutta” (v. 9) Giorno 6: “bestiame” (v. 24) e “uomo” (v. 26)
Giorno 3b: “vegetazione” (v. 11) Giorno 6: “erba verde per nutrimento” (v. 30)

In quest’ottica, “giorno” è interpretato come una strutturametaforica di poetica letteraria. Si deve interpretare la scrittura secondo le consuetudini della lingua e della cultura originiali, e sappiamo che essere comune per la letteratura giudaica fissare degli eventi secondo un significato teologico piuttosto che secondo la sequenza cronologica. Il Vangelo di Matteo ne è un chiaro esempio: gli eventi cronologici della vita di Gesù sono deliberatamente disposti secondo dei raggruppamenti teologici, sebbene il linguaggio sequenziale resta utilizzato; ma concorda con il genere di scrittura ebraica.

Se chiediamo una reigida sequenza cronologica per la descrizione della creazione, anche il Qur’ān icnontra delle problematiche. Se sommiamo i giorni della creazione della Sura 41:9-12 abbiamo otto giorno (2+4+2), mentre altrove il Qur’ān dice che per la creazione ci sono voluti sei giorni ( 7:54, 10:3, 11:7, and 25:59). Non possiamo sempre interpretare la scrittura sequenzialmente.

 

La sequenza dei giorni della Genesi

I critici hanno sfidato l’ordine di Genesi, come per esempio il “giorno” e la “notte” facciamo a venire prima del sole e della luna, o la vegetazione prima del sole. La seguente intepretazione di Genesi chiarisce ogni equivoco.
Fondamentalmente, la prospettiva o il punto di vista stabilito nel primo verso del primo capitolo di Genesi è la superficie dell’acqua sulla terra, dove gli uomini sarebbero collocati alla fine della creazione.

Le fasi della creazione sono descritte per poter essere percepite da quella prospettiva e non da un qualche osservatore ipotetico nello spazio cosmico. Raggiungendo la posizione provilegiata del punto o della prospettiva mette in chiaro tanti equivoci sulla sequenza della creazione (21).

Primo Yom: “Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno.” (vv. 3-5)

Scienza moderna Descrizione di Genesi
Creazione (14 miliardi di anni) secondo la teoria del Big Bang generalmente accettata. “Nel prinicipio Dio creò i cieli e la terra.” (v. 1)
Condizioni iniziali della Terra (4,5 miliardi di anni fa). Secondo la scienza attuale, l’atmosfera primordiale della Terra e i detriti interplanetari del Sistema Solare hanno schermato la luce del Sole, della Luna e delle stelle dal raggiungere la superficie degli oceani della Terra, che era caotica e inadatta alla vita. “La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. ” (v. 2)
FASI DAL DISORDINE ALL’ORDINE
Prima fase. Parziale schiarimento dell’atmosfera (4,5-3 miliardi di anni fa). Rimozione dei detriti interplanetari e parziale trasformazione dell’atmosfera terreste. Adesso la luce dei corpi celesti può penetrare nella superificie degli oceani terrestri. Primo “Yom”: “Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno.” (vv. 3-5)
Seconda fase: Atmosfera/Separazione dell’oceano (3-2 miliardi di anni fa). Formazione del vapore acqueo nella troposfera in condizioni da permettere un regolare ciclo dell’acqua. Secondo “Yom”: “Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu.” (v. 7)
Terza fase. Continente, piante (2 miliardi-560 milioni di anni fa). Formazione delle masse continentali, dei bacini oceanici e sviluppo dei primi organismi e della vita vegetale. Terzo “Yom”: “Poi Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così fu. Dio chiamò l’asciutto «terra», e chiamò la raccolta delle acque «mari». Dio vide che questo era buono.” (vv. 9-10)
Quarta fase. Sole e Luna visibili (650-600 milioni di anni fa). Trasformazione dell’atmosfera da sempre semitrasparente a raramente trasparente. Sole, Luna, pianeti e stelle adesso possono essere visti dalla superficie della Terra come oggetti distinti. Quarto “Yom”: “Dio fece [apparire] le due grandi luci: la luce maggiore per presiedere al giorno e la luce minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle.” (v. 16)
Quinta fase. Ha inizio la vita animale (600-200 miliardi di anni fa). Sviluppo di un brulicare di piccoli animali marini. Quinto “Yom”: “Poi Dio disse: «Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l’ampia distesa del cielo.»” (v. 20)
Sesta fase: Evolversi di animali complesso (600-200 miliardi di anni fa). Sviluppo dei mammiferi e comparsa dell’Homo Sapiens. Sesto “Yom”: Poi Dio disse: «Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie». E così fu. […] Poi Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra.» (vv. 24, 26)

Geologic Timeline of Creation

Sia la descrizione del Qur’ān che quella della Torah sulla creazione mostrano anlogalmente alcune sequenze che lasciano perplessi. Nella Sura 41:9-12, la principale descrizione della creazione del Qur’ān, sembra inserire la creazione dei sette cieli conseguentemente ai giorni della creazione della Terra. Baqara 29 riporta lo stesso:

“Egli ha creato per voi tutto quello che c’è sulla terra. Poi si è rivolto al cielo e lo ha ordinato in sette cieli.”

Quindi vediamo una difficoltà cronologica analoga nel Qur’ān. Questo non significa che il Qur’ān sia sbagliato, ma mostra semplicemente che non possiamo sempre interpretare i versi come ci appaiono ad un primo sguardo.

Alcuni critici affermano che la parola usata il quarto giorno per Sole o Luna è “creare” e non “fare apparire”. Tuttavia, la parola ebraica utilizzata in questi versi non è “creare” (בּרא, barah) ma עשׂה (‛âśâh), che può essere tradotto per “fare apparire”. Questa parola è presente 1200 volte nell’Antico Testamento ed ha un’ampia varietà di signficiati, alcuni dei quali include “fatto”, “prodotto”, “mostrare”, “fare apparire”, etc. Alla luce di questi fatti, dobbiamo concludere che il Sole e la Luna erano stati creati il primo giorno (verso 3) ma sono stati visibili all’occhio il quarto giorno (versi 14-19).

 

La vegetazione prime del Sole?

Naik ha criticato Genesi perché insegna che la vegetazione è arrivata prima del Sole, il che sembra scientificamente impossibile (22). Anche se la spiegazione sopra sembra gettare luce sull’ “problema” di Naik, nella descrizione di Sahih Muslim 23 e al-Tabari sull’ordine della creazione coranica, troviamo pure che la vegetazione arriva due giorni prima della creazione del Sole. Il diagramma sopra mostra l’ordine dei tempi della creazione secondo la Torah e spiega che questa luce semitrasparente (che è apparsa il primo giorno) penetrava l’atmosfera precedentemente a questo periodo, ma che il Sole e la Luna non erano ancora percepibili fino ad allora. Pertanto la fotosintesi avrebbe avuto inizio e le piante crebbero, cosa che in seguito ha indotto l’ossigenazione e la pulizia dell’atmosfera. Il Dr Robert C. Newman (Ph.D. in Astrofisica Teoretica dell’Università di Cornell) conclude che

“la vegetazione è stata la causa diretta sia dell’ossigenazione dell’atmosfera sia della scomparsa della copertura delle fitte nubi.” (24)


COSMOLOGIA:

TERRA PIATTA O TERRA TONDA?

Ancient Cosmology

Diagramma 1: L’antica visione dell’universo

Prima di Copernico molte civiltà consideravano la terra pressappoco come mostrato nel diagramma sotto. Aristotele (384-332 a.C.) e Tolemaio (Secondo secolo d.C.) avevano concluso che la terra era sferica, e Aristarco (280 a.C. circa) aveva determinato che la terra ruotava intorno al Sole.

Diagramma 2: Questa immagine di ‘Umar bin Muzaffar Ibn al-Wardi, pubblicata su “Kharidat al-‘Aja’ib wa Faridat al-Ghara’ib” (“La perla delle meravglie e della straordinarietà delle cose bizzarre”). Tardo Diciassettesimo secolo.

Ajaib al-Makhluqat

Diagramma 3: Da “Ajaib al-Makhluqat” (“Le meraviglie della creazione”) dello scrittore Persiano Zakariya Qazwini (morto nel 1283-1284).

Egyptian Cosmology

Diagramma 4: Un antico modo egizio di vedere l’universo

 

La terra è piatta o rotonda?

“Non hai visto come Allah ha fatto sì che la notte compenetri il giorno e il giorno compenetri la notte?” (Luqman 31:29)

Naik spiega come il verso sopra insegni miracolosamente una terra rotonda, poiché soltanto in una terra rotonda il giorno potrebbe gradualmente diventare notte. In effetti, il Qur’ān sta semplicemente affermando quello che è risaputo, cioè che il giorno non diventa notte all’istante. Per sostenere ulteriormente questa affermazione, Naik usa il verso:

“Dopo di ciò ha esteso la terra.” (79:30)

Nail continua facendo quello che fa spesso per dimostrare l’autenticità del suo punto di vista, inventando il suo nuovo “significato” delle parole arabe. Parole, le cui definizioni sono conosciute ed accettate da centinaia di anni, vengono improvvisamente ridefinite senza nessuna ragione se non quella di dimostrare i miracoli scientifici di Naik. Di conseguenza, la Sura 79:30 è sempre stata tradotta con “ha esteso”. Tuttavia, Naik sostiene che la parola finale dahaha dahaha (دَحَهَا) non sigifica “stendere” ma “uovo di struzzo”; quindi, traduce questo verso con “E la terra, inoltre, è stata fatta a forma di uovo”.

Non c’è nessun dizionario di arabo riconosciuto in cui دَحَاهَا significa “uovo di struzzo”. Nei due decenni prima del Bucalleismo nessuno studioso arabo ha mai tradotto questo verso in questo modo, incluso uno studioso come Yusuf Ali, Picktall, Shakir, Asad e Dawood che hanno dedicato tutta la loro vita a tradurre correttamente questi versi. Chi ascoltiamo? Un serio studioso di arabo coranico o un tele-“evangelista” sponsorizzato dall’Arabia Saudita come Zakir Naik? Come ha indicato Abdul Rahman Lomax, questa reinterpretazione dell’uovo non ha senso poiché la Terra non ha la forma di un uovo, proprio il contrario: ha gli estremi pressati (sferoide schiacciata ai poli) anziché allungati (sferoide oblungo).

Nonostante il tentativo di Naik, diversi passaggi nel Qur’ān sono stati storicamente interpretati per indicare che la terra è piatta. Pertanto:

“E la terra l’abbiamo distesa [come un tappeto]…” (Al-Hijr 15:19)

“Non facemmo della terra una culla?” (Al-Naba 78:6)

“Non osservano il cielo sopra di loro, come lo abbiamo edificato e abbellito e senza fenditura alcuna? E la terra l’abbiamo distesa, vi infiggemmo le montagne…” (Qaf 50:6-7)

“…sul cielo e come è stato elevato, sulle montagne e come sono state infisse, sulla terra e come è stata fatta piatta?” (سَطَحَ “saṭaḥa” significa spiegare oppure srotolare) (Al-Ghashiyah 88:18-20)

Il rinomato tafsir del commentatore Al-Jalalayin su questo verso scrive:

“Per quanto riguarda la parola suṭuḥat “spianare, livellare”, leggendola letteralmente suggerisce che la Terra è piatta; e questa è l’opinione della maggior parte degli studiosi della Legge che non credevano che la Terra fosse una sfera così come gli astronomi credevano…”

Allo stesso modo, l’importante teologo egiziano sciafeita (una delle quattro scuole giuridico-religiose islamiche) Imam al-Suyuti ha anche lui insegnato che la terra è piatta.

Nonostante tutti questi passaggi, Naik ha usato Daniele 4:10-12 per attaccare la Bibbia sul fatto che afferma che la Terra è piatta:

“…ed ecco in mezzo alla terra c’era un albero la cui altezza era grande. […] la sua altezza giungeva al cielo ed era visibile dalle estremità di tutta la terra.”

Naik ignora completamente (o nasconde) il fatto che questo passaggio sta semplicemente parlando di come un re pagano abbia provato a descrivere un sogno confuso che ha avuto. Il re Nebukadnetsar potrebbe aver pensato che la terra era piatta. Come per ogni sogno, il suo ha distorto la realtà fisica o avrebbe potuto descritto il sogno in modo erroneo. In ogni caso, questo passaggio certamente non può essere usato per dimostrare che la Bibbia insegna che la terra è piatta. Naik usa anche un’altra visione prodotta da Satana mentre Gesù viene tentato, in cui:

“Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo…” (Luca 4:5)

Secondo Naik questo significa che la Bibbia insegna la Terra piatta. In realtà si trattava di una miracolosa visione istantanea. Qualcuno potrebbe allo stesso modo porsi delle domande sulla spiegazione di Mir’aj, come il Profeta avrebbe potuto cavalcare un cavallo alato per raggiungere Gerusalemme, arrivando fino al Paradiso e ritornando nella stessa notte.

Alla fine, Naik utilizza ancora il verso seguente come “prova” della Terra piatta nella Bibbia:

“Egli alzerà un vessillo verso le nazioni, raccoglierà gli esuli d’Israele, e radunerà i dispersi di Giuda dai quattro angoli della terra.” (Isaia 11:12)

La parola tradotta per “angoli” è kanaph (כּנף), che si traduce anche “estremità”, “canto”, “confine”, “estremo” o anche “ala”. Le antiche civiltà che credevano che il monde fosse piatto credevano che fosse a forma di disco, cosa che non coincide con questa descrizione della Bibbia. Eppure conoscevano i quattro punti cardinali (nord, sud, est ed ovest), e questo è il modo in cui dobbiamo interpretare i quattro kanaph. È abbastanza ovvio che qui si tratti di un’espressione che indica le quattro direzioni (nord, sud, est ed ovest). Ironia della sorte, anche il critico della Bibbia Ahmed Deedat (predecessore di Naik) aveva inavvertitamente usato questa stessa espressione: “ai quattro angoli del globo”. (25)

Quindi, vediamo che in tutti i questi tentativi di Naik, non ci sono versi della Bibbia che provano che la Terra è piatta. Invece, siccome gli Ebrei di un tempo non avevano nessuna parola per “sfera” (un cerchio tridimensionale), “cerchio” era l’equivalente che più si avvicinava per descrivere la Terra. Il termine “cerchio” è usato a più riprese nella Bibbia per indicare la Terra (Isaia 40:22, Giobbe 26:10, Proverbi 8:27).

 

Colonne che sorreggono il Paradiso

Il Qur’ān non nega esplicitamente l’esistenza di pilastri (o colonne), ma parla in numerosi versi che questi non sono visibili all’occhio umano:

“Allah è Colui Che ha innalzato i cieli senza pilastri visibili…” (Al-Ra’d 13:2; anche Luqman 31:10)

Ibn Kathir nel suo commentario scrive:

“«Ci sono dei pilastri, ma che non sono visibili» secondo Ibn ‘Abbas, Mujahid, Al-Hassan, Qatadah ed altri diversi studiosi.”

Allo stesso modo, anche un verso nella Bibbia parla di colonne, cosa che i critici a torto usano per attaccare la cosmologia biblica:

“Le colonne del cielo sono scosse, tremano alla sua minaccia.” (Giobbe 26:11)

Il libro di Giobbe fa parte della letteratura sapienzale e utilizza ampie metafore, iperboli ed immagine poetiche. Sappiamo che Giobbe non credeva letteralmente che i cieli avevano delle colonne, poiché nel verso immediatamente precedente leggiamo:

“Egli distende il settentrione sul vuoto, sospende la terra sul nulla.” (Giobbe 26:7)

Giobbe non solo sapeva che i cieli erano sospesi sul nulla, ma sembra anche sapere che la Terra intera era sospesa nel vuoto, cosa che appare come insolitamente avanzata per uno scritto così antico. Se la critica non accetta nemmeno queste prove, dovrebbe ricordarsi che Giobbe nellaf fine del libro è corretto da Dio per aver avuto la presunzione di sapere tutto sulla creazione (Giobbe 38:1-4). Quindi Giobbe si ravvede e Dio per questo lo onora.

 

Colonne sotto la Terra

Naik attacca la Bibbia perché dice che la Terra ha dei pilastri o colonne:

“Egli scuote la terra dalle sue fondamenta, e le sue colonne tremano.” (Giobbe 9:6)

“Si agiti la terra con tutti i suoi abitanti, io ne rendo stabili le colonne.” (Psalm 75:3)

Non sorge nessun problema da questa descrizione poiché “terra” e “colonne” in questo caso sono dei termini ebraici imprecisi per quelli che oggi chiamiamo “placche tettoniche” e “masse sotterranee” (26). Se Dio avesse detto “…quando le placche tettoniche sono state scosse, io ho reso stabili gli strati sotterranei” gli Ebrei non avrebbero capito cosa stesse dicendo, quindi ha usato il loro vocabolario. Dio sceglie di usare le espressioni ed il linguaggio famigliare all’uomo per comunicare. Proprio allo stesso modo, il Qur’ān usa espressioni che sono tecnicamente incorrettie ma ugualmente accettabili; termini come “tramonto” e “alba”. I critici non riescono a capire che questo verso non intende descrivere la Terra, ma piuttsoto la sovranità di Dio usando una metafora con un linguaggio umano e famigliare per comunicare.

Naik critica anche il seguente passaggio:

Naik criticizes the following passage as well:

Rileva il misero dalla polvere e trae su il povero dal letame, per farli sedere coi principi, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono dell’Eterno, e sopra queste Egli ha posato il mondo. (1 Samuele 2:8)

L’espressione “le colonne della terra” che usa Amma nella sua preghiera corrisponde alla parola matsuq. Ancora una volta, “colonne della terra” è una chiara descrizione della massa sotterranea sottostante alle placche continentali. Dobbiamo anche ricordarci che questo storico passaggio non è altro che la preghiera di una donna che è soggetta a sbagliare (Anna, madre di Samuele).

Sole, Luna, stelle, comete e cieli

Naik ha sostenuto che la Torah insegna erroneamente che la luna emette luce:

alleged that the Torah incorrectly teaches that the moon emits light:

E Dio fece i due grandi luminari: il luminare maggiore, per presiedere al giorno, e il luminare minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle. E Dio li mise nella distesa dei cieli per dar luce alla terra, per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che questo era buono. (Genesis 1:16-18)

Questa ragionamento è ridicolo poiché è assolutamente accettabile definire la Luna un “luminare”, e da nessuna parte essa viene definita una “fonte di luce”. Si potrebbero allo stesso modo criticare le persone di oggi che usano il termine “chiaro di luna”. Tutte le Scrtture usano la terminologia fenomenologica per descrivere la creazione. Anche il Qur’ān chiama la luna una “luce” (71:15-16). La parola ebraica “luce” (מאור, mâ’ôr ) comprende sia quello di luce diretta che di luce riflessa (Proverbi 15:30). Infatti, Ezechiele 32:7-8 e Matteo 24:29 suggeriscono che la luce lunare è dipendente dalla principale luce solare.

Il Qur’ān contiene alcune problematiche descrizioni della Luna, poiché dice che ci sono sette cieli stratificati e lo stratto più inferiore contiene le stelle (27) (sebbene sappiamo che le stelle si trovano in tutto il cosmo). Tuttavia la Surah Nūh 71:15-16 colloca la Luna nel mezzo di questi sette cieli, ben più lontana rispetto alle stelle che si trovani più vicine, nel primo cielo.

Troviamo anche problemi cosmologici simili nel Qur’ān, questa volta per quanto riguarda le comete. La Sura Al-Saffat dice che:

Invero abbiamo ornato di stelle il cielo più vicino, per proteggerlo contro ogni diavolo ribelle. Non potranno origliare il Supremo Consesso (saranno bersagliati da ogni lato e scacciati: avranno il castigo perpetuo) eccetto colui che ne afferri un dettaglio, ma lo inseguirà allora una cometa fiammeggiante. (37:6-10)

Sembra che le comete siano state create per inseguire gli jinn che origliano, a meno che si interpretino qesti versi per ridefinire i termini. Questi esempi non sono dati per discreditare il Qur’ān, ma piuttosto per dimostrare che non possiamo rigettare la Scrittura per il fatto che non usa un linguaggio tecnico.


 

PARTE III

LA STORIA DELLA SCIENZA

I critici come Zakir Naik provano a dipingere la Bibbia come ostacolo per il progresso scientifico:

“Se osservate, la Chiesa andava contro la scienza in passato, e sapete anche di quando Galielo fi condannato a morte. Perché hanno condannato a morte Galielo? Siccome ha affermato alcune cose sull’astronomia, etc, che andavano contro la Bibbia, per questo l’hanno condannato a morte.” (28)

Galileo, devoto cattolico, non è mai stato condannato a morte. Galileo è stato condannado alla prigione perpetua il 22 giugno del 1633 ed in seguito commutato agli arresti domiciliari. È morto più di otto anni dopo nella sera dell’8 gennaio del 1642, in età avanzata. Galileo credeva che le sue teorie andassero d’accordo con la Bibbia e ne ha scritto un libro sostenendo tutto questo basandosi sulle antiche interpretazioni di alcuni cristiani come Agostino.

Quando guardiamo alla storia, vediamo come una visione del mondo basata sulla Bibbia abbia avuto un effetto enorme e positivo sulla scienza. Col tempo, gli scienziati più importanti sono stati motivati a studiare la natura partendo da una profonda fede nella Bibbia. Di recente, la comunità scientifica sta riscoprendo che la scienza non si è limitata soltanto a “scoprire i fatti”, ma molto di più a foggiare la propria visione del mondo. Le società in cui i fiumi e gli alberi erano adorati non hanno sviluppato dei sistemi per arginare le inondazioni pericolose, o delle dighe per tenere sotto controllo le fonti d’acqua. I Greci hanno sviluppato un certo tipo di tecnologia perché disprezzavano il mondo materiale ed il lavoro, preferendo speculare sulle cose immateriali.

Isaac Newton (1642-1726), il fondatore della fisica moderna, era un cristiano impegnato che considerava le sue teorie scientifiche essere prova dell’esistenza del Creatore. Invero, Newton ha scritto più di teologia cristiana che di scienza. Ai tempi di Isaac Newton, molti filosofi come Cartesio vedevano il mondo naturale e quello spirituale decisamente separati tra loro, mentre altri vedevano una spiritualità immanente pervadere l’universo in un senso alquanto panteista. Newton, tuttavia, ha fondato le sue leggi della fisica in una visione del mondo biblica, trovando una via di mezzo tra un universo puramente meccanico ed un universo panteista. Newton si dedicava con tutta l’anima agli insegnamenti del Nuovo Testamento, accettando la loro autorità e interpretandoli alla lettera; credeva che Gesù era allo stesso tempo Figlio di Dio e Signore.

Robert Boyle (1627-1691) era profondamente cristiano, fondatore della moderna chimica e scopritore della Legge di Boyle (la pressione del gas è inversamente proporzionale al volume che occupa). Ha scritto ampiamente di teologia.

Nicolò Copernico (1473–1543) ha sviluppato e popolarizzato il modello eliocentrico dell’universo (il sole al centro). Sebbene delle teorie eliocentriche erano state proposte da Greci, Indiani e filosofi musulmani, la spiegazione scientifica di Copernico ha costituito una svolta cruciale per lo sviluppo della scienza moderna. Copernico era un chierico cattolico che all’inizio condivise le sue teoria con Papa Clemente VII; diversi cardinali cattolici ne erano entusiasti e fiduciosi. Copernico è morto di ictus all’età di 70 anni ed è stato seppellito nella cattedrale di Frombork.

Giovanni Keplero (1571-1630) è stata una figura chiave della rivoluzione scientifica del Diciassettesimo secolo. Ha scritto e per primo pubblicato una difesa del modello eliocentrico (Mysterium Cosmographicum, il mistero cosmico). In altre parole, Keplero ha introdotto l’antico concetto eliocentrico greco in Europa. Il suo primo manoscritto su questo tema conteneva un ampio capitolo di passaggi biblici che mostravano come l’eliocentrismo fosse quello che la Bibbia insegnava. Keplero era profondamente religioso, protestante, ed aveva inizialmente, dopo esseresi laureato, aveva pensato di farsi chierico. Il suo quaderno di appunti scientifici è pieno di preghiere, lodi e riflessioni teologiche.

Galileo Galilei (1564-1642) è stato un devoto cattolico che ha reso popolare l’eliocentrismo e che ha migliorato il telescopio. Molti erroneamente credono che Galielo sia stato messo in priogione dall Chiesa Cattolica per aver contraddetto l’idea che la terra fosse piatta, ma la controversia sul moto terrestre era sorpassata. Già in Europa, duecento anni prima, era risaputo che la Terra fosse piatta. I cattolici non hanno sempre sostenuto una cosmologia della terra piatta. Il papato cattolico ha supportato il geocentrismo a motivo dei passaggi che dicono “si posa” e “si alza”, così come fa il Qur’ān in Al-Kahf 18:17. Inoltre, Galileo non ha sostenuto che la Bibbia era sbagliata; infatti ha scritto un libro in cui ha sostenuto che l’eliocentrismo non è contrario alla Bibbia, rifacendosi alle interpretazioni dei padri della chiesa come Agostino. È folle biasimare la Bibbia per questa controversia, poiché la Chiesa Cattolica era caratterizzata dal fatto di dipendere dalle proprie tradizioni (delle specie di Hadith), piuttosto che dalle parole della Scirttura. (29) Keplero, un altro importante sostenitore dell’eliocentrismo, era un impegnato luterano che ha supportato l’eliocentrismo usando la Bibbia.

La storia islamica ha avuto dei problemi ecclesiastici simili. Lo scienziato del Dodicesimo secolo Ibn al-Haitham aveva asserito che la terra era sferica, non piatta, e i religiosi dissero che la sua opera contraddiceva il Qur’ān. È stato tacciato come eretico, la sua opera di astronomia bruciata ed è stato ampiamente dimenticato per secoli perché la sua descrizione della sfericità della Terra era considerata simbolo di empio ateismo. (30)

Il botanico svedese Carlo Linneo (1707-1778) è il padre della moderna tassonomia ed è anche considerato il padre dell’ecologia moderna. Rousseau disse di lui: «Non conosco uomo più grande sulla terra», ed era grandemente rinomato in tutta Europa per essere uno dei più acclamati scienziati di quell’epoca. Linneo era un devoto cristiano luterano il cui motto personale era “Vivi con rettitudine. Dio c’è”. Vedeva la botanica e la zoologia come ricerche che glorificavano il Creatore. Non c’è dubbio che prendesse ispirazione dalla descrizione biblica di Salomone:

“Parlò degli alberi, dal cedro del Libano all’issopo che spunta dalla muraglia; parlò pure degli animali, degli uccelli, dei rettili, dei pesci. Da tutti i popoli veniva gente per udire la saggezza di Salomone, da parte di tutti i re della terra che avevano sentito parlare della sua saggezza.” – 1 Re 4:33-34

Allo stesso modo, molti naturalisti del tempo in Europa erano pastori che portavano avanti gli studi della natura come passatempo. Il famoso botanico John Ray (1627-1705) che ha dato la prima definizione moderna di “specie”, ha basato la sua conoscenza sulla descrizione della creazione della Genesi.

La teoria della creazione tramite il Big Bang è stata portata avanti da un prete belga, Georges Lemaitre (1894-1960), che ha scritto: “Ha dovuto avere inizio con la luce” (come nella descrizione biblica). Papa Pio XII era un entusiasta sostenitore del Bing Bang ancora prima che la teoria fosse introdotta. Blaise Pascal (1623-1662) era un cristiano impegnato che ha concluso la sua carriera mateatica e scientifica con uno scritto a difesa della fede cristiana.

La lista può continuare: Roger Bacon, Faraday, Herschel, J.C. Adams, van Helmont, Heisenberg, Planck, Huygens. La Bibbia non oppone la scienza. Piuttosto, dà una visione del mondo che è stata di incoraggiamento all’analisi e alle sperimentazioni che hanno dato vita a molte figure della moderne rivoluzione scientifica.

 

Chi ha “inventato” la scienza?

Anche l’Islam ha avuto un’Età dell’Oro che ha preceduto la rivoluzione sceintifica europea e che vi ha contribuito. Dall’Ottavo al Tredicesimo secolo, l’impero islamico è diventato il centro di incontro di studiosi che hanno messo insieme idee dall’India, dalla Grecia e dalla Cina, migliorandole. Rinomati studiosi come Ibn Sina (Avicenna), Ibn Rushd (Averroè), Farabi, Ibn al-Haytham (Al Hazen), Khayyam, al-Kindi e al-Razi sono stati pinoeri dell’ottica, della chimica, della matematica e dell’astronomia, preparando la strada al Rinascimento europeo. Studiosi musulmani, ebrei e cristiani hanno lavorato fianco a fianco traducendo tutta la conoscenza mondiale in arabo, persiano, facendo diventare Baghdad, Córdoba e Il Cairo dei centri intellettuali globali. Gli studiosi scrutavano le opere di Aristotele, Euclide, Platone e i filosofi indiani e cinesi. Il Rinascimento europeo era edificato sia sul pensiero di studiosi arabi come Avicenna ed Averroè sia sui testi greci ripresi dal mondo islamico.

Nello stesso modo in cui alcuni fondamentalisti hindu affermano che tutta la scienza ha avuto origine in Indua, anche alcuni divulgatori musulmani hanno provato a fare lo stesso con l’Islam. In realtò, l’Età dell’Oro islamica è stata un anello importante in un processo graduale di scoperte che ha visto protagonisti gli antichi Greci, Egizi, Indiani, Cinesi, Romani, Europei ed il mondo moderno. È folle provare ad affermare che la scienza deriva da una religione. Il Dr. Arbus Salam, il primo musulmano ad essere insignito del premio Nobel per la scienza, ha scritto:

“Esiste solo una scienza universale; i suoi problemi e le sue modalità sono internazionali e non esiste nulla del tipo “scienza islamica”, così come “scienza hindu”, né “scienza ebraica” o “scienza confuciana” o “scienza cristiana”.

Il teledivulgatore Zakir Naik ha rivendicato tutto per l’Islam, dall’invenzione del planisfero al sapone, dal caffè al numero zero. Quello del numero zero è un bel caso da studiare. Siccome gli Arabi hanno introdotto il concetto di zero in Europa, il moderno sistema numerico è stato conosciuto in Europa come “numeri arabi”. Tuttavia, gli Arab stessi hanno ricevuto il concetto dall’India. La prima testimonianza pubblicata del sistema numero indo-arabo non era affatto un originale, ma la traduzione di un libro indiano, il Brahmasphutasiddhanta, scritto nel 628 a.C. All’origine della divulgazione di questo metodo ci sono al-Khwarizmi and al-Kindi.

Similmente, mentre la parola “algebra” deriva dalla parola araba al-jabr الجبر, le sue origini possono essere trovate presso gli antichi Babilonesi. La trigonometria non è stata inventata da Omar Khayyam come alcuni sostengono, ma era si tratta di una branca della matematica che risale a 4000 anni prima. Gli algoritmi sono stati per laprima volta usati dagli antichi Babilonesi, poi ripresi da Euclide e Eratostene e più tardi sviluppati da al-Kindi.

Il teledivulgatore Zakir Naik ha affermato che “…il primo a disegnare un planisfero è stato un musulmano…”. A quanto pare, Naik non ha mai sentito parlare di Tolomeo, lo studioso greco che per primo ha disegnato quella che sappiamo essere il primo planisfero, 500 anni prima dell’Islam. Naik deve riferirsi alla mappa del 1513 di Piri Reis che rappresenta una piccola tappa del graduale progresso dalla cartina di Tolomeo alla moderna cartografia.

È stato detto che Jabir Hayyan abbia “inventato” la distillazione nell’800 a.C. In realtà, Aristotele ha accennato a questo processo processo e Plinio il Vecchio (morto nel 79 d.C.) ha narrato di un antico alambicco, un apparecchio usato per compiere la distillazione. Inoltre, intorno al Terzo secolo d.C., Maria la Giudea, come veniva chiamata, ha a quanto pare sviluppato un precursore del moderno distillatore per alcool. Anche gli Egizi usavano il distillatore nel Terzo secolo per produrre l’alcool. Quello a cui Jabir si riferiva era l’invenzione di un alambicco e non la scoperta del processo di distillazione. La sfericità delle Terra non è stata scoperta dagli studiosi Arabi ma dagli antichi Greci. Aristotele ha fornito delle prove per il sostegno di questa teoria nel Quarto secolo a.C. Calcolando le dimensioni della Terra, Eratostene nel 250 a.C. è riuscito ad avvicinarsi ai dati attuali con uno scarto di 800 Km. Che la gente credesse che la terra fosse piatta prima dell’età dele esplorazioni è un mito assai diffuso; già nel Primo secolo d.C., Plinio aveva affermato che quasi tutti erano concordi che la terra fosse sferica. (31)

La polvere da sparo – Una mostra tempornea di scienza islamica nel Regno Unito ha sostenuto che:

“Sebbene i Cinesi abbiano inventato la polvere da sparo al salnitro e l’abbiano usata nei fuochi d’artificio, sono stati gli Arabi a capire che si sarebbe potuta depurare con il nitrato di potassi per uso militare.” (32)

Che strano, visto che il salnitro è il nitrato di potassio! Forse gli Arabi hanno prodotto una forma più pura di salnitro. La polvere da sparo è stata sviluppata in Cina intorno al Settimo secolo d.C. ed è stata portata in Occidente lungo la Via della Seta oppure dai Mongoli. In ogni caso, i Cinesi usavano già i missili per uso militare nell’Undicesimo secolo, molto prima che qualunque suo utilizzo fosse registrato. Il volo è stato attributio ad Abbas ibn Firnas per aver fatto volare con abbastanza successo un aliante nell’875 d.C. Tuttavia, ci sono descrizioni di alianti con tanto di equipaggio che datano fino a 500 a.C. e di funzionali paracaduti che datano a ventuno secolo fa.

Tappeti, assegni e mulini a vento allo stesso modo sono predatati all’Islam e sono stati inventati in Persia e in Asia centrale. È stato affermato che i giardini *** sono stati inventati dagli Arabi, ma hanno completamente ignorato gli antichi giardini pensili di Babilonia e i giardini degli antichi Greci e Romani. Il caffè è stato reso famoso dagli Abbasidi, ma innanzitutto è stato esportato dall’Etiopia dove una tribù lo usava masticando il chicco per aiutarli a restare vigili durante le battute di caccia.

Per concludere, dobbiamo riporre l’accento sul fatto che l’Età dell’Oro islamica ha giocato un ruolo di rilievo nel progresso dell’umanità, contribuendo ma anche dipendendo dalle maggiori civiltà che esistevanao all’epoca.

 

Perché l’Età dell’Oro si è conclusa?

Se guardiamo alla storia islamica, c’è tanto di essere fieri, una grande eredità letteratia, di conoscenza e di conquista. Ma queste conquiste (limitati soltanto ai primi secoli della storia dell’Islam) coincidevano con il punto di massima apertura mentale e di cooperazione con le altre civiltà, come quella greca e quella indiana. Era un’epoca in cui gli studiosi musulmanio studiavano ed incorporavano le grandi opere delle altre civiltà, interagendo con i loro studiosi e assimilando le loro fiolosofie. I più grnadi studiosi della storia musulmana come Ibn Sina e Ibn Rushd erano affascinato dalle tradizioni delle altre civiltà e per questo erano stati condannati come eretici dal potere religioso. (33) Le opere di astronomia di al-Haithman erano state bruciate dai religiosi (34) e Ibn Rushd era stato bandito per le sue vedute filosofiche eterodosse. Tra parentesi, i primi autorevoli commentatori coranici dell’Età dell’Oro dell’Islam come Tabari, Qunubi, Razi, Ibn Taymiyya e Qutb avevano un’alta considerazione delle scritture cristiane ed ebraiche, asserendo che il vero insegnamento coranico conferma l’ininterrotta integrità dell’Ingīl e della Tawrat, e che Gesù potrebbe bene essere stato crocifisso e risorto come insegna l’Ingīl.

L’oppossizione alla “Jahiliyya”

Al-Ghazali ha scritto un’aspra critica sul periodo in cui i più grandi studiosi erano affascinati dagli scritti “anti-islamici” greci, piuttosto che dal Qur’ān. Alla fine l’opinione di Al-Ghazali l’ha avuta vinta e il potere religioso ha censurato tutto quello che era al di fuori dell’insegnamento tacciandolo come “Jahiliyya” (ingnoranza) e tentazione, chiedendo agli studiosi di studiare soltanto i “puri” temi islamici. L’imam ha descritto la matematica e la medicina come Fard-El-Kefaya (فرض الكفاية dovere comunitario) (35), collocandoli risolutamente al secondo posto rispetto ai doveri religiosi (36). Ritroviamo la mentalità di Ghazali si perpetui ancora oggi nella forma del Baucalleista fondamentalista del genere Zakir Naik ossessionato nel trovare la scienza esclusivamente nel Qur’ān e nella storia islamica, mostrando allo stesso tempo antagonismo nei confronti delle altre fedi. Grande ironia è che sebbene si vantino in modo clamoroso dell’Età dell’Oro dell’Islam, è proprio la loro mentalità ad aver privato l’Età dell’Oro della sua apertura e che l’ha portata al declino. Un esempio di questa opposizione alle idee esterne e all’apprendimento è visibile nella risposta dell’Islam medievale alla stampatrice

Opposizione alla stampatrice

La stampatrice non è stata inventata in Europa, ma in Cina, sebbene la Cina non l’abbia mai usata molto. Quando Johannes Gutenberg ha inventato i caratteri mobili e ha stampato il suo primo libro (la Bibbia), ha dato inizio ad una rivoluzione globale del sapere, dell’educazione e della diffusione dell’informazione. Gutenberg ha descritto chiaramente le sue intenzioni:

“Dio soffre perché una grande moltitudine di persone non può essere raggiunta per mezzo della Parola Sacra: la Verità è prigioniera in un piccolo numero di manoscritti che racchiudono tesori. Rompiamo dunque il sigillo che li lega, diamo ali alla Verità! Che essi non siano più scritti a mano con grandi costi, per mezzo di mani che si affaticano; ma che essi volino, moltiplicati da una macchina che non si stanca; e che la Parola di Dio raggiunga tutti gli uomini!”.

“È una stampa, certo, ma una stampa dalla quale fluiranno torrenti inesauribili … Attraverso di essa, Dio diffonderà la Sua Parola. Una fonte di verità che fluirà da essa: come una nuova stella metterà in fuga le tenebre e l’ignoranza, e darà una luce fino ad ora sconosciuta per brillare in mezzo agli uomini.”

La predicazione di Gutenberg è diventata realtà; man mano che la gente comune aveva accesso alle Scritture nella loro lingua madre, si assisteva ad un risveglio religioso di pietà, onestà e duro lavoro attraverso l’Europa che ha gettato le fondamenta del boom economico del Nord Europa nel Diciottesimo secolo. Secondo il padre agnostico della sociologia moderna, Max Weber, il risveglio protestante dell’insegnamento biblico è stato il responsabile della Rivoluzione Industriale nordeuropeo.

Subito dopo l’invenzione della stampa moderna per mano di Gutenberg, il sultano Bayezid II l’ha bandita dall’Imperp Ottomano nel 1845 e nessuna macchina stampatrice è stata introdotta nel mondo arabo per tre secoli e mezzo. In quel periodo, le sole stampatrici nel Vicino Oriente erano quelle messe in moto dai cristiani e dagli ebrei. Il divieto fu disastroso per lo sviluppo della scienza e della tecnologia nel mondo arabo.

Il Libro della Natura e l’Apocalisse

Sia i cristiani che i musulmani guardano a due fonti principali di conoscenza: il Libro della Natura (sul mondo naturale attorno a noi) e l’Apocalisse (Scrittura ispirata da Dio). Spesso la gente di fa una distinzione fra questi due “libri”: la Scrittura governa i rituali religiosi e la teologia, mentre la natura guida la nostra conoscienza delle scienze naturali e della tecnologia; ma considerando la prima come autorità fondamentale. Quindi, in che modo la religione influisce sul progresso scientifico? Il nostro modo di affrontare lo studio del Libro dell’Apocalisse fa da modello al modo di affrontare quello del Libro della Natura. Il modo in cui studiamo le Scritture determina il modo in cui studiamo la natura. Questo è tragicamente illustrato nella storia in cui ciò che distingue nettamente l’Islam dal Cristianesimo è il modo in cui queste hanno usato le scritture. Nell’Islam, la scrittura è per memorizzazione e recitazione in lingua araba, e non essenzialmente per lettura ed interpretazione personale come si trattasse di un libro normale. Ijtihad (l’interpretazione personale) non era consentita per nessun argomento teologico di primaria importanza, e l’interpretazione della scrittura era incanalata attraverso l’autorità religiosa. Infatti, il declino dell’Età dell’Oro ha coinciso con la “chiusura delle porte alla Ijtihad” nel Dodicesimo secolo, quando si è affermato che non c’era più bisogno dell’interpretazione personale. Quindi, ogni aspetto della religione era servito alla persona comune su un piatto pronto, obbligata a memorizzare e recitare il Qur’ān senza sfidare le autorità religiose. La persona comune non poteva ricorrere direttamente alla scrittura. Questo atteggiamento del tipo “non c’è più nulla da dire” si è esteso allo studio della natura e, per grande maggioranza, gli studi accademici sono diventati una mera memorizzazione senza vita di passati studi.

In Europa c’era una situazione molto simile a questa prima della Riforma. I preti controllavano la dottrina e pochissimi interpretavano da loro stessi le Scritture, ubbidendo semplicemente al clero e recitando le Scritture in lingua straniera. Con la stampa, la gente comune ha avuto accesso diretto alla Scrittura nella propria lingua madre e in tutta Europa famiglie comuni leggevano la Scrittura ad alta voce ogni sera. La religione era ritornata al modello della prima Chiesa Cristiana; si credeva che la comprensione personale e l’interpretazione della Scrittura fosse un dovere sacro per ogni individuo (una dottrina conosciuta come quella del “sacerdozio per tutti i credenti”, 1Pietreo 2:9). Questo atteggiamento consistente nel dubitare dei religiosi (semplici essere umani) e di affidarsi soltanto alle Scritture si è esteso nel campo scientifcio, in cui protestanti come Newton, Keplero e Boyle hanno iniziato a dubitare delle vecchie autorità come Aristotele, interpretando direttamente da loro stessi la natura. Questo scetticismo dell’autorità religiosa ha portato allo scetticismo dell’autorità scientifica che è ha dato avvio alla Rivoluzione Scientifica.

  1. Zakir Naik, The Qur’an and Modern Science: Compatible or Incompatible? Islamic Research Foundation, www.irf.net, p. 9-10.
  2. In Islam awr  “Aqliyyat, ed., Muhammad Mustafa Bijnauri, Lahore: Idarah Islamyat, 1994, 403-421.
  3. Strange Bedfellows: Western Scholars Play Key Role in Touting `Science’ of the Quran Wall Street Journal, Jan 23, 2002. pg. A.1.
  4. When Science Teaching Becomes A Subversive Activity By Pervez Hoodbhoy
  5. Quran-science”: Scientific miracles from the 7th century? By Taner Edis, retrieved from http://www2.truman.edu/~edis/writings/articles/quran-science.html
  6. Abu Ammar Yasir Qadhi, An Introduction to the Sciences of the Quran Footnote, p. 282.
  7. Strange Bedfellows: Western Scholars Play Key Role in Touting `Science’ of the Quran Wall Street Journal, Jan 23, 2002.
  8. Strange Bedfellows: Western Scholars Play Key Role in Touting `Science’ of the Quran Wall Street Journal, Jan 23, 2002.
  9. Zakir Naik, The Qur’an and Modern Science: Compatible or Incompatible? Islamic Research Foundation, www.irf.net, p. 9-10.
  10. Sahih Bukhari, Volume 4, Book 54, Number 430; Sahih Muslim, Book 33, Number 6390.
  11. Bucaille, The Bible, the Qur’an and Science,  245.
  12. Strange Bedfellows: Western Scholars Play Key Role in Touting `Science’ of the Quran Wall Street Journal, Jan 23, 2002.
  13. Zakir Naik, The Qur’an and Modern Science: Compatible or Incompatible? Islamic Research Foundation, www.irf.net, p. 41.
  14. Per esempio, “anno” (Exodus 13:10); “periodo (di un mese)” (Genesis 29:14).
  15. Questo Salmio è in effetti attribuito a Mosè, lo stesso profeta che sotto ispirazione divina ha scritto il racconto della creazione della Torah.
  16. Per ulteriori trattazioni sull’argomento, vedi Hugh Ross, Creator and the Cosmos, (Navpress, 2001). Hugh Ross, che ha difeso l’ipotesi Giorno-Anno, possiede un dottorato in Astronomia all’Università di Toronto, collega ricercatore post-dottorato a Caltech e il più giovane ad essere mai stato direttore dell’osservatorio della Royal Astronomical Society di Vancouver.
  17. Inoltre, il terzo giorno chiaramente più lungo, poiché in esso Dio ha creato non solo la vegetazione ma ha fatto anche in modo che questa maturasse per avere la capacità di produrre il seme. Il sesto giorno implica anche una serie di eventi impossibili da completare in 24 ore.
  18. Hugh Ross scrive: «Prima del Concilio di Nicea, i padri della Chiesa primitiva avevano scritto duecento pagine commentando i giorni di Genesi, eppure senza mai denigrare i punti di vista degli altri sulla cronologia della creazione. Tutti questi primi studiosi accettavano il fatto che yom potesse significare “periodo di lunga durata”. La maggioranza di loro ha esplicitamente insegnato che i giorni della creazione nella Gensi erano periodi di tempo estesi (qualcosa come 1000 anni per yom). Nemmeno uno dei padri antiniceni ha categoricamente appoggiata l’interpretazione delle 24 ore. Ambrose, colui che più di tutto vi si è avvicinato, ha a quanto pare vacillato sulla questione. (The Genesis Debate, ed David Hagopian. Crux Press: Mission Viejo, 2001), p. 125-126.
  19. Sahih Muslim, 39:6707
  20. The History of al-TabariVolume 1. General Introduction and from the Creation to the Flood (trans. Franz Rosenthal, State University di New York Press, Albany 1989), pp. 187-193.
  21. If the reader finds it difficult to justify the “point of perspective” adjustment, we can see a similar need with the Qur’an. In Sura Al-Kahf 18:86, we read that Dhul-Qarnain “journeyed on a ce rtain road until he reached the West and saw the sun setting in a pool of black mud.” This appears consistent with the pre-Islamic legend of the sun setting in a muddy pool on the horizon of a flat earth. Yet we must consider this verse to be described from the perspective of Dhul-Qarnain in order for it to make sense. In the same way, we cannot interpret all scripture from an imaginary “cosmic” perspective. Se il lettore trova complicato giustificare la prospettiva dell’adattamento, possiamo vedere come anche il Qur’an debba ricorrervi. Nella Sura Al-Kahf 18:86, leggiamo che Dhul-Qarnain “ha viaggiato su una certa strada fino a raggiungere l’Occidente e vide il sole tramontare in uno stagno di fango nero”. Questo appare coerente con la leggenda preislamica del tramonto del sole in una pozza fangosa all’orizzonte della Terra piatta. Eppure, per dare una spiegazione a questo verso, dobbiamo considerarlo dalla prospettiva di Dhul-Qarnain affinché abbia senso. Allo stesso modo, non possiamo interpretare tutta la scrittura partendo da una prospettiva “cosmica” immaginaria.

תּבל têbêl ” e “ארץ ‘erez ” vengono qui tradotto con “Terra” può anche semplicemente significare “terra” (terraferma) in riferimento ad un particolare paese, e in altri contesti non può invece voler dire l’intera “Terra” (come pianeta) (Genesis 38:9).

  • Surah Fussilat 41:12
Il problema della teoria dell’evoluzione (http://www.youtube.com/watch?v=OYmjLrzKNl8&feature=related)
  • A proposito, molti storici hanno affermanto che la disputa tra la Chiesa Cattolica e Galielo era dovuta meno all’eliocentrismo e più alla personalità irritante di Galileo che si inimicava quasi chiunque gli stesse attorno.
  • De Boer, T. J. The History of Philosophy in Islam, Londra 1933.
  • Molte di queste affermazioni sono basate su un articolo apparso sull’Indipendent (http://www.independent.co.uk/news/science/how-islamic-inventors-changed-the-world-469452.html)
  • Paul Vallely, “How Islamic inventors changed the world”, in The Independent, 11 marzo 2006.
  • Iqbal Latif, “Why the clergy has made our heroes our heretics?” in Global Politician, 26 novembre 2006.
  • History of Philosophy in Islam, by T.J. de Boer (1904), p153.
  • Per esempio, non qualcosa che tutti devono obbligaotriamente studiare ma un “obbligo di gruppo” per cui ogni membro della comunità dovrebbe conoscerlo.
  • Iqbal Latif, “Why the clergy has made our heroes our heretics?” in Global Politician, 26 novembre 2006.

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