Chi è Gesù?

Chi è Gesù?

Probabilmente uno degli argomenti più dibattuti tra i lettori delle Scritture è quello sul Profeta Gesù, figlio di Maria, e su chi esattamente sia. Per esempio, i musulmani come il Dr. Zakir Naik e Ahmed Deedat accettano fortunatamente che il Profeta `Īsā è il Messia e che è nato da una vergine, ma impiegano tanto tempo e sforzi a provare che i cristiani sono eretici perché, secondo loro, adorano tre dèi ed anche perché Gesù non è mai morto sulla croce. Gli ebrei, dal canto loro, accettano che `Īsā è morto sulla croce, ma non accettano la sua nascita verginale o che è stato il Messia promesso. Anche tra i cristiani, in particolare nei primissimi secoli dopo che è stato elevato in cielo per mano di Dio, è stato dibattuto in modo animato chi Gesù fosse.

La ragione per tali differenze di opinione è dovuto al semplice fatto che Gesù è unico, a differenza di qualunque altra persona che sia mai esistita. La sua nascita, il suo insegnamento, i suoi miracoli, la sua morte sono diversi da quelli di qualunque altro uomo che sia mai esistito. Non è sorprendente che il modo in cui la gente intende e interpreta informazioni così straordinarie differisce molto.

Quello che proveremo a fare in questo studio è evitare la trappola del dibattito filosofico e della discussione vuota. Per esempio, tantissimo tempo e sforzi sono stati impiegati per discussioni su parole come trinità, parole che non appaiono mai nell’Ingīl o in altri libri prima di questo. Invece di litigare sulle parole che non si trovano nelle Scritture, mi focalizzerò su quello che le diverse Scritture religiose dicono in realtà su Gesù e su come è descritto. Il mio tentativo in ciò che segue sarà di mostrare un quadro chiaro dai diversi libri – in particolare dall’Ingīl – di chi è Gesù e cosa ha fatto.

 

Dio è Uno

Il punto di partenza essenziale per questa indagine è la verità centrale che unisce tutti i lettori delle Scritture. Questa verità è l’unità di Dio. Tutti i lettori delle scritture credono in un Dio, creatore di tutte le cose, eterno, immutabile, onnipotente e onnisciente. Questa è la testimonianza chiara della Tawrat, degli Zabur, del Libro dei Profeti, dell’Ingīl, del Qur’ān e questo è il fondamento della nostra fede.

Per esempio, quando un capo religioso Ebreo chiese a Gesù qual era il più grande comandamento, Gesù il Messia ha risposto dicendo:

“Il primo è: Ascolta, Israele: Il Signore, nostro Dio, è l’unico Signore: Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima,con tutta la tua mente e con tutta la forza tua.” (Marco 12:29-30)

Questa è una chiara testimonianza che Dio è uno. Più tardi nelle lettere dell’Ingīl è scritto in questo modo:

“Perché c’è un solo Dio è un solo mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo uomo.” (1 Timoteo 2:5)

 

Il Profeta unico

La domanda che ci si pone quindi – se quella sopra è la credenza condivisa tra i lettori delle Scritture – è perché sorgono così tante dispute sulla persona di Gesù il Messia? Per esempio, generalmente i lettori delle Scritture concordano sulla natrua e sull’opera di profeti come Abrahamo, Mosè o Davide. Erano uomini che sono stati chiamati da Dio e che hanno dato il messaggio di Dio per la gente del loro tempo. Perché non c’è la stessa unità d’opinione per Gesù? La risposta è semplice: mentre per certi versi è come gli altri profeti, per molti altri è diverso ed unico. È questa unicità che produce delle differenze di opinione. In seguito esaminerò brevemente quello che i diversi libri dicono di Gesù il Messia. Darò uno sguardo ai segni che ha compiuto, all’autorità che ha dimostrato, alla sua natura, alle affermazioni che ha fatto su se stesso e, in fine, i nomi che si è dato nella Parola di Dio.

 

I miracoli unici di Gesù

Prima di tutto ha compiuto più segni miracolosi di qualunque altro profeta precedente o successivo. Questi segni erano profetizzati su di lui nei libri precedenti. Era scritto nei Libri dei Profeti che quando il Messia di Dio sarebbe venuto, lo avrebbero riconosciuto dai miracoli che faceva; e quei miracoli erano brevemente descritti. Quegli stessi miracoli così come Gesù li ha fatti sono ampiamente descritti nell’Ingīl e riassunti concisamente in diversi passaggi del Qur’ān come in Al-Imran (3):49 e Al Maidah (5):110. Sura Al-Imran (3):49 dice

“E [ne farà un] messaggero per i figli di Israele [che dirà loro]: “In verità vi reco un segno da parte del vostro Signore. Plasmo per voi un simulacro di uccello nella creta e poi vi soffio sopra e, con il permesso di Allah, diventa un uccello. E per volontà di Allah, guarisco il cieco nato e il lebbroso, e resuscito il morto. E vi informo di quel che mangiate e di quel che accumulate nelle vostre case. Certamente in ciò vi è un segno se siete credenti!”

Ci vorrebbe troppo tempo per guardare tutti i miracoli che Gesù ha compiuto, ma ne citerò alcuni tipi che ha fatto.

Una volta Gesù e i suoi discepoli si sono trovati nel bel mezzo di una terribile tempesta nel mare di Galilea. I suoi discepoli erano terrorizzati; sicuramente stavano per affondare. Davanti a tutti loro, Gesù ha mostrato il suo potere sulla natura comandando alla tempesta di calmarsi e si è fatto subito bonaccia. I discepoli erano sopraffatti dall’emozione e senza parole. “Che uomo è mai questo” si domandarono “che anche il vento e il mare gli ubbidiscono?” (Matteo 8:27). Se ci pensiamo davvero, saremmo tentati di chiederci la stessa cosa. Un’altra volta ha ordinato ad un albero senza frutto di non dare mai più frutto; è seccato ed è morto all’istante (Matteo 21:18-19). Se avesse continuato a dimostrare questo suo potere sulla natura gli esempi potrebbero essere tanti.

Il potere di Gesù sui malati e sui demoni

Ha anche mostrato il suo potere sui malati guarendo ogni tipo di infermità. Ha guarito i lebbrosi e il paralitico, restituito la vista ai ciechi e l’udito ai sordi. Malati di ogni luogo, sia Ebrei che Gentili, si sono accalcati su di lui nei tre anni di ministero per essere guariti dai loro disturbi.

Similmente, ha mostrato la sua Potenza su Satana e le sue schiere di spiriti maligni scacciandoli via dalle persone che da lungo tempo soffrivano perché da loro oppressi. Era così conosciuto per la sua capacità che anche coloro che non lo seguivano avevano cominciato ad usare il suo nome nel tentare di scacciare gli spiriti immondi.

Un altro potere che ha dimostrato era sul cibo e sulle bevande, qualcosa di essenziale per la nostra sopravvivenza. Una volta, come riportato nell’Ingīl di Giovanni al capitolo 6, stava insegnando ad una grande folla di qualche migliaio di persone in un luogo isolato. Era l’ora di mangiare ma nessuno aveva cibo e non c’era nessuno che potesse andare a comprarne. Soltanto un ragazzo aveva dei viveri, quattro pani e due pesci (praticamente nulla per una così grande folla). Allora Gesù prese il cibo di quel ragazzo, diede grazie a Dio e ordinò di distribuirli tra la gente. Tutti mangiarono a sazietà e con gli avanzi che raccolsero ne riempirono dodici ceste.

Il potere di Gesù sulla morte

In fine ha mostrato il suo potere sull’ultimo e più grande nemico dell’umanità, la morte stessa. In più occasioni ha comandato ad una persona morta di ritornare in vita. Per esempio, nell’Ingīl di Giovanni al capitolo 11 è riportato come l’amico di Gesù, Lazzaro, morì improvvisamente. Sebbene a Gesù gli fosse stato detto della sua malattia, andò nel villaggio di Lazzaro solo dopo che questo morì e che fu posto nella tomba per tre giorni. Arrivando, Gesù chiese di vedere la tomba e poi ordinò che la pietra all’ingresso fosse rimossa. La gente obiettò dicendo che a motivo della decomposizione già iniziata avrebbe fatto puzza. All’insistenza di Gesù la pietra fu rimossa, al che Gesù gli ordinò, dicendo: “Lazzaro, vieni fuori.” Nello stupore generale, Lazzaro immediatamente uscì dalla tomba avvolto dai panni della sepoltura, vivo e vegeto.

Il perdono dei peccati

Questa potenza conferita da Dio di compiere miracoli serviva da importante segno della vera identità di Gesù. Similmente, ha anche mostrato autorità come nessuno aveva fatto prima. Una delle affermazioni più sorprendenti è stata quella di essere in grado di perdonare i peccati. Uno di questi eventi si trova in Marco 2:1-2, quando un uomo paralizzato fu portato a Gesù per essere guarito e Lui, vedendo la sua fede, gli disse che i suoi peccati erano perdonati. I capi religiosi Ebrei erano sconvolti ed infuriati perché pensavano che solo Dio avesse l’autorità di perdona i peccati. Gesù rispose dicendo alla folla che avrebbe guarito l’uomo, in tal modo provando la verità della sua affermazione di essere in grado di perdonare i peccati. Poi ordinò all’uomo di alzarsi e camminare, e l’uomo – paralizzato dalla nascita – prontamente lo fece.

Colui che dà la pace

Un’altra capacità importante nell’ambito dell’autorità che Gesù ha rivendicato è quella di dare pace a chi lo seguiva. Per esempio, in un’occasione ha detto ai suoi seguaci:

“Vi lascio la pace; vi do la mia piace. Io ve la do non come la dà il mondo. Il vostro cuore non sia turbato e non si spaventi.” (Giovanni 14:27)

La pace del mondo è temporanea ed incompleta. La pace che dà Gesù è complete e senza fine. Questa è una ragione per cui i suoi discepoli quando citano il suo nome non pregano per la sua pace. Fare questo non avrebbe senso per due ragioni. Prima di tutto perché sappiamo già – sia dall’Ingīl che dal Qur’ān che Gesù – è nella pace e in questo momento in un posto d’onore e di autorità alla presenza di Dio (per esempio, Sura Al-Imran 3:45). Non ha bisogno delle nostre preghiere. Secondariamente, perché è lui che dà pace a noi, e non noi a lui.

Gesù giudice al Qiyāmah

Un’altra importantissima autorità colleagata alla sua capacità di restituire la vita ai defunti è quella di giudicare i morti nell’Ultimo Giorno. Ne abbiamo un accenno nella Sura Zukhurf (43):61 in cui si dice che Gesù è il segno dell’Ultimo Giorno. Quale esattamente sia questo segno ci viene descritto nell’Ingīl che dice che Gesù ritornerà nell’Ultimo Giorno; tutte le nazioni saranno riunite davanti a lui e lui le giudicherà, dividendole in due gruppi: quelli accettati da Dio e quelli rigettati (Matteo 25:31-31).

Gli ultimi due ambiti di autorità esercitati da Gesù sono probabilmente i più difficili tra tutti da capire poiché sono davvero sorprendenti. Per cominciare a capirli, dobbiamo prima guardare più ampiamente a chi lui è e, in particolar modo, ai nomi e ai titoli che gli sono stati dati. Ne citerò due adesso e sono:

  1. L’autorità di creare ogni cosa
  2. L’autorità di far sussistere ogni cosa

Torneremo più tardi su questi due punti.

Perché è così diverso?

Abbiamo appena guardato ai segni miracolosi che Gesù ha compiuto e poi agli ambiti di autorità nei quali ha esercitato. Sono molti diversi da quelli di qualunque altra persona che abbia mai vissuto. E la domanda che subito sorge è: perché era così diverso? Perché non è stato come qualunque altro profeta che è venuto prima di lui? Per rispondere a questa domanda dobbiamo analizzare un terzo ambito: la sua natura. E anche in questo, proprio come nei primi, troviamo di nuovo che Gesù era unico.

Il mistero della nascita verginale

Prima di tutto, tra tutti gli essere umani che siano mai vissuti, Gesù è l’unico che è nato da una madre, ma senza un padre. Sua madre Maria era una vergine promessa in sposa a Giuseppe, figlio di Eli. Prima del matrimonio, per la potenza dello Spirito Santo di Dio, Maria è rimasta incinta di Gesù. Questo è riportato nell’Ingil in Matteo 1:18, Luca 1:29-35, e nel Qur’ān nella Sura Al-Imran (3) e nella Sura Maryam (19).

Il secondo Adamo

La nascita miracolosa e la vita di Gesù sono confrontati in diversi libri a quelle di Hazrat Adam. Per esempio nella Sura Al-imran (3):59 leggiamo:

“In verità, per Allah Gesù è simile ad Adamo che Egli creò dalla polvere, poi disse: «Sii» ed egli fu.”

Nell’Ingīl lo stesso confronto viene fatto tra Gesù ed Adamo. Vediamo qui come quello che è stato danneggiato e distrutto dalla disubbidienza di Adamo è stato risanato dall’ubbidienza di Gesù. Sta scritto:

“Dunque, come con un sola trasgressione la condanna si è estsa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini. Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori, così anche per l’ubbidienza di uno solo, i molti saranno costituiti giusti.” (Romani 5:18-19)

Il Profeta senza peccato

Una delle conseguenze della sua nascita miracolosa è il fatto che Gesù è nato e ha vissuto una vita senza peccato (Al-Imran 3:46, Maryam 19:19). Tutti gli essere umani che abbiano mai vissuto sono discendenti del primo padre, Hazrat Adam. Noi, come Habil e Qabil, abbiamo ereditato la nostra natura da lui. Di conseguenza, proprio come Habil e Qabil, siamo tutti prontissimi ad invidiare, scontrarci e uccidere per soddisfare i nostri desideri egoistici. Tutti – tranne Gesù – hanno condiviso la stessa natura proveniente da Adamo; anche i diversi profeti. Questo è la ragione per cui il nostro mondo e i nostri giornali sono ogni giorno pieni di crimine, violenza, odio e peccato.

Infatti, anche nei diversi libri inviati da Dio, i peccati dei profeti sono chiaramente visibili. Dio non li ha coperti o provato a nasconderli, perché si trattava di esseri umani e discendenti di Adamo proprio come tutti gli uomini. Ecco perché nel Qur’ān ai profeti viene ordinato in vari passaggi di chiedere perdono a Dio, come nella Sura Al-Baqarah (2):36-37; Al-Araf (7):19-23; Hud (11):47; Ash-Shuara (26):82; Al-Qasas (28):15-16; As-Saffat (37):139-146; Sud(38):24-25; Ghafir (40):55; Muhammad (47):19; Al-Fath (48):1-2. È proprio come dice Hazrat Adam nella Sura Al-Araf (7):23:

“O Signor nostro, abbiamo mancato contro noi stessi. Se non ci perdono e non hai misericordia di noi, saremo certamente tra i perdenti».

La sola eccezione al peccato e all’egoismo che individuiamo, anche tra le vite dei profeti, è quella di Gesù il Messia. Essendo nato senza un padre, per mezzo della potenza dello Spirito Santo, ha vissuto una vita santa e pura. Questo è chiaramente manifesto nell’ Ingīl e nel Qur’ān. Nella Sura Maryam (19):19, quando l’angelo appare a sua madre Maria, le viene detto che riceverà un figlio “santo”. Questo concorda con la testimonianza dell’Ingīl che dice che Gesù è stato tentato in ogni cosa come gli altri, eppure senza peccare (Ebrei 4:15). Infatti, quando i capi religiosi Ebrei lo stavano attaccando e criticando, Gesù si è difeso sfidandoli: “Chi di voi mi può convincere di peccato?” (Giovanni 8:46). Nessuno aveva potuto dire niente contro di lui.

Anche l’Hadith sahih testimonia dell’unicità del Gesù senza peccato:

Abu Huraira disse: «Ho sentito l’Apostolo di Allah dire: “Non c’è nessuno tra la discendenza di Adamo che Satana non l’abbia toccata. Ogni bambino quindi grida forte al momento della sua nascita a causa del dito di Satana, eccetto Maria e suo figlio.” (1)

Prima che Abrahamo fosse, io sono!

Nello stesso passaggio in cui ha sfidato la folla di provargli se avesse peccato, ha anche fatto un’altra dichiarazione che ha non poco turbato i capi religiosi. Gli ha detto che se avessero seguito i suoi insegnamenti avrebbero conosciuto la verità e la verità li avrebbe fatti liberi (Giovanni 8:31-32). I Giudei hanno risposto con rabbia di essere discepoli di Abrahamo. Gesù gli ha quindi detto: “Vostro padre Abrahamo ha gioito nella speranza di vedere il mio giorno; l’ha visto e se ne è rallegrato” (Giovanni 8:56). I Giudei risposero: “Tu non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abrahamo?” Gesù rispose: “In verità, in verità vi dico che prima che Abrahamo fosse nato, io sono” (Giovanni 8:57-58). Il commento di Gesù ha messo in collera i capi religiosi Ebrei che hanno preso delle pietre per lapidarlo a morte. Prima che lo facessero, però, li ha lasciati ed è sparito.

Ancora una volta l’affermazione di Gesù è sconvolgente. Non ha semplicemente dichiarato che lui aveva vissuto prima di Abrahamo, ma piuttosto che prima di Abrahamo lui era, Io sono. Più avanti – una volta acquisite tutte le informazioni – proveremo a capire cosa intendiamo esattamente con questo.

Le affermazioni dello stesso Gesù

Abbiamo guardato brevemente ai diversi segni miracolosi di Gesù, alla sua autorità e alla sua natura. In seguito vedremo le affermazioni che lui ha fatto di se stesso. Queste affermazioni sono, così come l’abbiamo visto negli altri ambiti, assolutamente uniche e diverse da quelle che chiunque altro abbia mai fatto. Trattiamo rapidamente alcuni di quelli più sorprendenti.

La luce del mondo

Ad un certo punto ha affermato: “Io sono la luce del mondo. Chiunque mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.” (Giovanni 8:12). In sostanza, Gesù sta dicendo qui che chiunque nella vita vuole sapere come camminare nelle vie di Dio, deve seguire l’insegnamento di Gesù.

La via a Dio

In un contesto simile, ma più avanti, Gesù stava preparando i suoi discepoli alla persecuzione da parte dei capi religiosi Giudei. Gli ha detto di non preoccuparsi e di non avere paura, ma che sarebbe stato elevato da Dio in cielo dove avrebbe preparato un posto per loro. Gli ha rassicurati dicendogli che sarebbe tornato nell’Ultimo Giorno per prenderli con sé. Ha finito di incoraggiarli, dicendogli: “Del luogo dove vado, sapete anche la via” (Giovanni 14:4). Tuttavia, uno dei suoi discepoli gli ha prontamente chiesto: “Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo sapere la via?” Gesù rispose: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:5-6). Qui Gesù non dichiara di essere una via, ma la via a Dio, l’unica e sola via per questo proposito.

Credi e vivrai

Un’altra importante affermazione di Gesù è stata fatta al momento di compiere uno dei suoi miracoli più memorabili, quello di riportare Lazzaro in vita. Mentre Gesù si avvicinava al villaggio di Lazzaro, ha avuto luogo la seguente conversazione tra Gesù e la sorella di Lazzaro, Marta.

“Marta dunque disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto; e anche adesso so che tutto quello che chiederai a Dio, Dio te lo darà». Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». Marta gli disse: «Lo so che risusciterà, nella risurrezione, nell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?»” (Giovanni 11:21-26)

Quello che Gesù sta dicendo è che chiunque crede in lui e lo segue non si troverà di fronte alla perdizione eterna, all’inferno, ma vivrà per sempre alla presenza di Dio.

Riposo per chi è travagliato

Un’altra affermazione di Gesù è palesemente diretta alla gente di oggi, travagliata e aggravata, aggravata dai pensieri, dalle preoccupazioni e dai propri peccati. Gesù ha detto:

“Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi darò riposo. Prendete il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime. Perché il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero.” (Matteo 11:28-30)

La gente brama riposo e quiete al posto dei loro pesi. Questo è proprio quello che Gesù ha promesso a tutti quelli che vanno a lui.

Il pane della vita

Un altra affermazione di Gesù è stata fatta dopo che ha miracolosamente provveduto da mangiare per migliaia di persone che si erano affollate ad ascoltare il suo insegnamento, come abbiamo visto in precedenza. Alcuni di quelli che sono stati sfamati sono ritornati da Gesù il giorno dopo, ma per la ragione sbagliata. Non vennero per ascoltare i suoi insegnamenti su come conoscere Dio e guadagnare la vita eterna, ma per riempirsi lo stomaco. Dopo avergli mostrato le loro motivazioni errate, Gesù ha riorientato il loro pensiero dicendogli:

“Io sono il pane della vita. Chi viene a me non avrà più fame e che crede in me non avrà più sete.” (Giovanni 6:35)

Ancora una volta Gesù sta mostrando la stessa verità ma con parole diverse. Sta dicendo che quelli che vanno a lui vivranno eternamente in paradiso e i loro bisogni fisici saranno soddisfatti per tutta l’eternità.

Queste, quindi, sono alcune delle affermazioni che Gesù ha fatto su se stesso. Sono espresse usando metafore e parole figurate, ma tutte mostrano la stessa verità. Questa verità è che Gesù è la strada verso Dio. Coloro che lo seguono non devono temere la fame, la sete, la morte o il pesante fardello del peccato.

La certezza del Cielo

Passiamo adesso, attraverso le diverse scritture religiose, alle dichiarazioni di Gesù sul fatto che sia a lui che ai suoi seguaci è data la certezza di andare in cielo. Per esempio, Sura Al-Imran (3):45 dice:

“Quando gli angeli dissero: «O Maria, Allah ti annuncia la lieta novella di una Parola da Lui proveniente: il suo nome è il Messia, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell’Altro, uno dei più vicini.»”

Tra le molte cose rilevanti in questi versi, troviamo il fatto che Gesù è tenuto in onore sia in questo mondo che nell’aldilà, alla Qiyāmah e oltre. Altri profeti nel Qur’ān confessano apertamente di non sapere cosa accadrà loro nell’aldilà, così come nella Sura 46:9. Invece su Gesù non abbiamo dubbi. Non c’è dubbio su quello che gli accadrà nel Giorno del Giudizio: Dio lo onorerà. Non si può nemmeno mettere in dubbio quello che succederà ai suoi discepoli poiché l’Ingīl riporta che Gesù li prenderà con sé in cielo alla Qiyāmah per passare lì l’eternità insieme.

“Messia”

Resta soltanto un ultimo ambito importante che dobbiamo esaminare su Gesù. Dobbiamo guardare ai diversi nomi che sono stati per lui usati. La prima parola che vedremo è “Al-Masih” o “Messia”. Non è un nome, ma piuttosto un titolo attribuito a Gesù che si trova nell’Ingīl, nel Qur’ān e nei libri più antichi. Nell’Ingīl è usato dappertutto, mentre nel Qur’ān lo troviamo in alcuni passaggi, come nella Sura Al-Imran (3):45 e An-Nisa (4):171. La parola “Messia” significa “scelto” o “l’unto”. Dio aveva promesso nei libri precedenti che avrebbe mandato qualcuno che avrebbe sconfitto Satana e ristorato il danno da lui procurato ad Adamo ed Eva portando la grazia di Dio all’umanità. Questa persona promessa era chiamata Messia, cioè il prescelto di Dio.

Il significato di “Gesù”

Il secondo nome è quello dato da sua madre e dal suo padre adottivo, “Gesù”. Non si è trattato effettivamente della loro scelta. Gli era stato detto dall’angelo prima della nascita di Gesù che Maria avrebbe avuto un bambino per mezzo del potere dello Spirito Santo e lo avrebbero dovuto chiamare Gesù. Il motivo di dargli questo nome non è lasciato in forse. Citando le parole dell’angelo nell’Ingīl:

“Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati.” (Matteo 1:21)

Cosa ha a che fare salvare il popolo con il nome datogli, Gesù? Potremmo chiederci. Nella Parola di Dio i nomi sono molto importanti. Infatti, Dio ha spesso dato alle persone dei nuovi nomi quando li chiamava per compiere la Sua opera (come per Hazrat Abraham o Hazrat Ya’qub). Il nome nuovo soleva mostrare qualcosa di centrale ed importante sul carattere o l’opera della persona. Nel caso di Gesù, il suo nome mette a fuoco la sua opera, poiché la parola “Gesù” viene dall’ebraico e significa “salvatore” o “salvare”. Quando mettiamo i due nomi insieme – Gesù e Messia – il significato diventa “colui che Dio ha scelto come Salvatore”.

La “Parola di Dio”

I due nomi sopra sono sorprendenti abbastanza. Il terzo nome usato per `Īsā è anche più sorprendente: “la Parola” o “la Parola di Dio”. Ancora una volta, questo termine o locuzione si trova sia nell’Ingīl che nel Qur’ān. Nel Qur’ān lo troviamo in alcuni passaggi come nella Sura Al-Imran (3):39, 45, An-Nisa (4):171 e Maryam (19):34. Siccome si tratta di uno dei termini allo stesso tempo più importanti e complessi usati per `Īsā, mi servirò di alcune semplici immagini per aiutare a far comprendere il suo significato. Comincerò scrivendo la parola “Dio” (nell’immagine “Allah”). Ora, cosa sappiamo di Dio? Abbiamo già visto essere Uno. È anche increato ed eterno.


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Alquanto interessante vedere come l’esistenza di Dio non è mai spiegata o difesa in nessuno dei libri religiosi, ma è semplicemente data per scontato. Così, il primo libro della Tawrat, Genesi, dice al primo verso: “Nel principio Dio creò i cieli e la terra”. Dio, creatore di tutte le cose, non ci dà alcuna spiegazione della sua origine. Da eternità in eternità Lui è sempre esistito. Questo è ulteriormente spiegato nel Libro dei Profeti:

“«Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie»,
dice il SIGNORE. «Come i cieli sono alti al di sopra della terra,
così sono le mie vie più alte delle vostre vie,
e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri. »” (Isaia 55:8-9)

Dio è più alto di noi. Non potremmo mai capirLo in tutta la sua pienezza.

Dio è anche il creatore di tutte le cose. La Tawrat si apre con un quadro dettagliato di come Dio ha creato i cieli e la terra. All’apice della creazione, Dio ha fatto Adamo ed Eva per avere comunione con Lui che si prende cura della Sua creazione. Mettiamo nell’immagine una linea curva che rappresenta la creazione, il mondo che Dio ha fatto. Sulla curva poniamo la figura di un uomo, l’apice della creazione.


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Ora, come ho detto, uno dei problemi dell’avere Dio come materie di insegnamento è che Lui è molto più alto di noi. Guardiamo la creazione e impariamo qualcosa sulla sua potenza, sapienza e immensa creatività. Tuttavia, molte cose su di Lui rimangono oscure. Nel mondo attuale vediamo sia il bene che il male, e ci chiediamo “Dio è buono, cattivo o un po’ tutti e due?”. La creazione non ce lo dice con certezza. La difficoltà aumenta perché non possiamo conoscere Dio attraverso i nostri cinque sensi. Infatti, non possiamo vedere Dio, non possiamo udirlo, toccarlo, assaggiarlo o odorarlo. Quindi, oltre ad osservare la creazione, come possiamo conoscere Dio? La risposta chiara e ovvia è: attraverso la Sua Parola.

Dio comunica attraverso la Sua Parola scritta

Tutta la Gente del Libro rispetta la Parola di Dio perché è uno dei primi mezzi per conoscerLo. Sebbene impariamo cose importanti su Dio esaminando la Sua creazione, quando leggiamo la Sua Parola vediamo molto più chiaramente chi è Dio e cosa ha fatto. Come dicono gli Zabur nel capitolo 119:130 “La rivelazione delle tue parole illumina; rende intelligenti i semplici”. Nella Parola di Dio conosciamo la santità e la bontà di Dio; vediamo il suo odio per il peccato, per l’inganno e l’ipocrisia; conosciamo la giustizia di Dio e allo stesso tempo la sua misericordia e la sua grazia verso i peccatori che ritornano a Lui ravvedendosi e avendo fede. Nell’immagine scriverò “Parola di Dio” (God’s Word) vicino a “Dio” (Allah).

 


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La parola scritta non basta

Eppure la nostra comprensione di Dio attraverso la sua Parola è limitata. È come provare a fare un ritratto di qualcuno col quale ci siamo scambiati delle lettere, ma che non abbiamo mai visto di persona. Sentiamo di conoscerlo sotto tanti punti di vista, ma manchiamo dell’intimità di una relazione personale. Per aprire la porta a questo tipo di intimità, Dio ha fatto un passo in più per rivelare Se stesso.

La Parola increata

È obbligatorio per ogni musulmano accettare il concetto dell’Eterna Parola di Dio. Il modo in cui ha parlato e si è espresso è ghayr makhluq, cioè “increato”. Secondo il credo islamico ortodosso, le Scritture Rivelate sono manifestazioni della Parola increata, ed è il motivo per cui sono chiamate kalām-Allah (كلام الله). Quando le Scritture sono state rivelate ai Profeti, l’Eterna Parola di Dio ha preso la forma scritta per mezzo di un pennino e dell’inchiostro, nella forma in cui l’abbiamo oggi.

L’unica cosa su Gesù è che sia il Qur’ān che l’Ingīl danno a Gesù stesso il titolo di incarnata kalām-Allah, la “Parola” o la manifestazione di Dio Stesso. A Gesù è dato il titolo di “Parola di Dio” sia nel Qur’ān che nell’Ingīl:

“Il Messia Gesù, figlio di Maria è un messaggero di Allah, la Sua Parola che Egli pose in Maria, uno spirito da Lui proveniente. Credete dunque in Allah e nei Suoi Messaggeri.” (Sura Nisa 4:171)

Questo passaggio chiama Gesù il Messia “la Sua Parola”, cioè la Parola di Dio (2). E, proprio come insegna l’Islam, la Parola Scritta (Scritture) hanno addirittura preesistito la creazione. Allo stesso modo, anche l’ Ingīl insegna che Gesù (la Parola vivente) è esistita prima della creazione:

“Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio […] per mezzo di essa tutte le cose sono state fatte” (Giovanni 1:1, 3). “Egli [Gesù] è il primogenito di ogni creatura […] In lui sono state create tutte le cose nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili […] Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.” (Colossesi 1:15-17)

Quindi, attraverso Gesù tutte le cose sono state create e sussistono. Sappiamo dalla Tawrat che Dio ha creato tutte le cose dal nulla, semplicemente pronunciando un comando. Dio ha parlato e, attraverso la Sua Parola, ogni cosa è venuta alla vita. Tuttavia Gesù non è il risultato della Parola creatrice di Dio “فيكن !كن” (Kun! Faya kun, “Sia, e fu); lui è la stessa Parola creatrice, il Kun! Faya kun. Dall’ Ingīl veniamo a conoscenza che Gesù era la Parola per mezzo della quale Dio ha operato per creare tutte le cose nel principio e che per mezzo della quale ora la creazione sussiste.

Questa Parola preesistente che ha preso forma umana e che ha vissuto in mezzo a noi era il Profeta Gesù. Quindi, cosa capiamo da questo?

Oltre la comprensione

Quello che stiamo dicendo su Gesù non è facile da comprendere perché va oltre ciò che siamo soliti sentire. Eppure, negli anni c’è stato un largo consenso tra coloro che hanno studiato questi e altri passaggi riguardanti chi Gesù è veramente. Chi è, quindi? In parole povere, Lui è la Parola di Dio. I diversi libri che Dio ha mandato per mezzo dei profeti sono la parola di Dio scritta. Gesù è la parola di Dio vivente in forma umana.

La Parola di Dio vivente

Una “parola” è un mezzo di comunicazione. Quando le persone vogliono comunicare, cosa fanno? Si parlano usando parole. Se mi siedo e non dico nulla, nessuno saprà quello che sto pensando. È soltanto quando apro la bocca e parlo che le mie parole rivelano i miei pensieri. Adesso aggiungerò un’altra figura nell’immagine per rappresentare la Parola di Dio vivente.


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Allo stesso modo, Gesù rivela Dio e come Dio è. Quando guardiamo alla potenza e alle capacità di Gesù, vediamo chiaramente riflesse la potenza e le capacità di Dio.

Quindi, nella nostra immagine vediamo che gli essere umani attraverso i cinque sensi non sono in grado di scoprire molte verità su Dio. Veniamo a conoscenza di alcune cose su Dio attraverso la Sua creazione e anche di più attraverso la Sua Parola. Tuttavia, secondo la Parola di Dio, `Īsā è la Parola di Dio vivente che ha preso forma umana ed è scesa sulla terra per vivere in mezzo a noi, mostrandoci a cosa Dio rassomiglia. È per mezzo di lui che impariamo di più sull’identità di Dio.

Abbiamo visto che nel capitolo 14 del Vangelo di Giovanni, Gesù ha detto:

“Io sono la via, la verità, la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.”

In risposta, uno dei suoi discepoli ha detto: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Naturalmente, quello che il discepolo chiedeva era impossibile. Dio è invisibile e nessuno può vederlo. Eppure, attraverso Gesù possiamo capire com’è il Dio invisibile. Gesù ha risposto:

“Da tanto tempo sono con noi, Filippo, e tu non mi hai conosciuto? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come mai tu dici: «Mostraci il Padre?»”

Che incredibile affermazione. Gesù ci mostra in forma umana com’è il Dio invisibile. È il nitido ritratto che ci viene dato di come Dio è.

L’Ingīl porta la testimonianza dei discepoli che sono stati con Gesù, la Parola di Dio vivente; di come l’hanno visto e come hanno imparato da lui. Ecco come descrivono ciò in 1 Giovanni 1:1-3:

“Quello che era dal principio, quello che abbiamo udito, quello che abbiamo visto con i nostri occhi, quello che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della parola della vita. Poiché la vita è stata manifestata e noi l’abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunciamo la vita eterna che era presso il Padre e che fu manifestata. Quel che abbiamo visto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché voi pure siate in comunione con noi, e la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo.”

Conclusioni

Concludendo il nostro resoconto riguardo a quello che i libri religiosi dicono su Gesù, che conclusioni possiamo trarne? Prima di tutto, è chiarissimo che Gesù era diverso dagli altri profeti mandati da Dio. Era speciale ed unico nel suo genere. Questo è il motivo per cui così tante controversie si sono incentrare attorno a lui. Persone diverse guardano ai fatti che lo riguardano e arrivano a conclusioni differenti.

Eppure, penso che chiunque esamini le prove in modo imparziale ne trarrà specifiche conclusioni. Si tratta del Messia o colui che è stato scelto da Dio, inviato per dare salvezza all’umanità peccatrice. È anche la Parola di Dio che è esistita con Dio dal principio, venuta come essere umano per mezzo della vergine Maria. Ha vissuto una vita senza peccato ed è stato ripreso da Dio in cielo dove in questo momento sta preparando un posto per i suoi seguaci. In fine ritornerà sulla terra nell’Ultimo Giorno per giudicare l’umanità e portare con sé in paradiso coloro che lo hanno seguito.

    1. Sahih Al-Bukhari , Volume 4, Book 55, No 641, (vedi anche 4:54:506)
Per aggirare in qualche modo l’unicità di Gesù, alcuni hanno provato ad affermare che Al-‘Imran 3:39 chiama anche Giovanni Battista “la Parola di Dio”. Tuttavia, se leggiamo il verso, è chiarissimo che parla di Giovanni Battista che conferma che Gesù è la Parola. I Primi Commentatori come Ibn Abbas, quasi all’unanimità, affermano che questa “Parola” di Allah è Gesù. Lo confermano anche il classico Tafsir al-Jalalayn, Al-Zamakhshari, Tabarsi e ovviamente anche l’Ingil (Giovanni 1:7, 14).

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